Il cadavere ingombrante di Leo Malet

Leo Malet è lo scrittore di romanzi polizieschi più simpatico ed intrigante di quanti ne pubblichi la letteratura francese, e la casa editrice Fazi fa molto bene a riproporli ai lettori che non hanno ancora conosciuto lo stile e la fantasia scoppiettante dello scrittore francese.
Il cadavere ingombrante si svolge nel 1957, e di quel periodo, come d’abitudine, Malet è in grado di riproporre atmosfere, costumi, modi di dire e di atteggiarsi, in una Parigi piena di quartieri poco noti e poco frequentati, in mezzo a personaggi del tutto imprevedibili, mai scontati.

L’attricetta Dany che sta cogliendo i suoi primi successi cinematografici in epoca di vamp e maggiorate, la sua sosia che si fa fotografare sulle pagine di una rivista per soli adulti, che oggi farebbe ridere ragazzini impuberi, l’ingegnere inventore Desiris, che si suicida dopo aver ucciso la giovane moglie: lei però prima di morire aveva chiamato Nestor Burma, il detective privato che è il vero eroe dei romanzi di Malet.
Il suo tono scanzonato, il vocabolario che usa, l’indifferenza con cui si va a mettere in situazioni pericolose e scabrose, dalle quali esce sempre vincitore, la sua rivalità con il vero poliziotto, che nelle sfide con Nestor perde sempre, fanno di questi romanzi una vera chicca, una scarica di colpi di scena imprevisti ed imprevedibili, che lasciano il lettore incuriosito e alla fine soddisfatto del mai scontato epilogo. La bagnarola, il macinino, l’artiglieria, le traduzioni impeccabili di una sorta di slang alla Fred Buscaglione fanno di questo, come degli altri romanzi di Leo Malet, un divertimento assicurato.

Le varie Yolande, Régine, Consuelo, una vecchia prostituta ottantenne con la mania della nobiltà, palazzi nobiliari e appartamenti che celano case di appuntamenti, una sessualità solo allusa e mai volgare, un’ironia tagliente che attraversa tutte le pagine del libro, inseguimenti, pedinamenti, ferimenti, grandi bevute, pistole sempre cariche, bistrò e fabbriche dismesse, sono gli ingredienti con i quali l’autore costruisce le sue storie sempre benissimo narrate, affollate di personaggi minori che hanno sempre una loro ragione d’essere, nel complicato e mi scontato meccanismo narrativo. Un’ottima lettura estiva, che vi consiglio, leggera ma non banale, intelligente, raffinata.