Un perfetto sconosciuto di Lesley Lokko

Essere la moglie di un militare di carriera, malgrado le apparenze, è tutto meno che facile. Lo sanno bene Abby e Meaghan, sposate a due ufficiali dell’esercito inglese. Continui trasferimenti, case anonime e talvolta fatiscenti da riadattare e abbellire fino al prossimo cambio di destinazione, nessuna possibilità di lavorare, noiose cene e serate di rappresentanza e giornate piatte e banali fra spesa e figli. Ma, soprattutto, l’angoscia di aspettare per mesi e mesi il marito di stanza in Afghanistan o in qualche altro teatro di guerra.
Abby è abituata a questa vita: anche suo padre era un ufficiale, e lei, l’unica delle sorelle ad avere "proseguito la tradizione di famiglia" sposando Ralph, non ha mai vissuto diversamente. Meaghan è fuggita dall’Australia, da un padre violento e da una madre succube, a soli 16 anni, e ha trovato in suo marito Tom tutto il proprio mondo, tanto da imparare a inghiottire lacrime, paura e noia per amor suo. Ma perché mai Sam, giovane e brillante avvocato londinese, dovrebbe lasciare la sua patria e la sua vita di successo per seguire il burbero e ombroso Nick? Basta la sua vita sentimentale praticamente assente fino a quel momento, per giustificare una scelta così incosciente, che, oltreutto, Abby e Meaghan sembrano sconsigliarle?

Dani vive in Sierra Leone. Troppo bella per essere una persona comune, troppo retta e intelligente per diventare una prostituta, cerca sé stessa e la propria strada. Non conosce le altre tre, e forse non saprà mai quanto la sua vita sia incrociata a quella di Sam. Come lei, farà un lungo e doloroso cammino per arrivare a capire che dipendere da un uomo è la cosa peggiore che una donna possa fare, e non solo perché non si conoscono mai abbastanza le persone che si hanno al proprio fianco.

Anche in questo nuovo romanzo di Lesley Lokko, Un perfetto sconosciuto (mondadori, 2012), che arriva un anno dopo il precedente "L’estate francese", le donne sono le protagoniste assolute, ma nessuna di loro è più in luce delle altre. Gli uomini, divisi fra cinismo e amore per le famiglie, oppure aperti e idealisti, o ancora oscuri e spaventosi, non sono che comprimari in quest’ennesima storia al femminile.

La Lokko riprende uno degli elementi chiave e più di successo della sua scrittura, cioè l’ambientare le proprie storie in vari Paesi anche molto distanti fra di loro, e non solo dal punto di vista logistico. I protagonisti sono sempre come "sospesi sul mondo", mai realmente appartenenti a un luogo o un ambiente preciso. La prevalenza delle varie basi militari quali teatro dell’azione infonde alla storia una certa cupezza vagamente sfumata, come un’assenza quasi totale di colore. Questa atmosfera rarefatta fa sì che il racconto parta lentamente, con una lunga fase quasi "preparatoria" nella quale le protagoniste sembrano entità isolate. Entrando nel vivo, però, così come tre di loro si avvicinano e si legano sempre di più, anche la storia prende quota e avvolge letteralmente il lettore, conducendolo verso un finale (se di finale si può parlare, visto che le storie di Lesley Lokko restano sempre aperte a ulteriori sviluppi) nel quale i nodi vengono al pettine in modo tragico. Resta la consapevolezza che la propria dignità e la propria indipendenza sono i valori che debbono prevalere su tutti gli altri, anche quando il proprio compagno è (o sembra) il migliore che possa esistere.

Con questo libro, la Lokko risale rispetto al precedente, ritrovando quello stile e quel piglio che l’hanno resa popolare.