Vivendo Zen
- Autore: Ren Zen (Renzo Maggiore)
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2017
Renzo Maggiore, in arte Ren Zen, ha pubblicato diversi libri che testimoniano la sua arte di vivere legata alla filosofia zen, ma qui nel volumetto Vivendo Zen (Armando Curcio editore, 2017, pp. 94) il poeta manifesta una particolare leggerezza, un tocco delicatissimo sulle cose, sul mondo, rispettato con un equilibrio perfetto tra contemplazione e azione, unione e distacco, fruizione e dedizione.
Nei versi brevi si trovano fusi i contrari. Siamo di fronte alla visione del mondo orientale che sana i contrasti unificandoli e riassorbendoli nella loro sintesi. Non possiamo dimenticare però i grandi pensatori occidentali che hanno colto l’identica verità: innanzi tutto Niccolò Cusano, con la sua immagine di Dio intuito come "coincidentia oppositorum", nel quale anche vero e falso sono due facce della stessa cosa. Inoltre Hegel, che ha visto il movimento della vita in tre fasi: tesi, antitesi e sintesi; Carl Gustav Jung pure ha fatto della "complexio oppositorum" il cardine della sua psicologia del profondo.
Pur avendo molto letto e studiato, Ren Zen sa che l’illuminazione, il "Satori" si ottiene non immergendosi nei concetti, bensì nell’azione, nell’attimo presente sperimentato con la "Presenza", un altro termine che indica l’Essere immortale oltre lo spazio tempo ma immanente, percepito qui e ora. In tale immersione scopriamo la vera Natura che siamo e ciò dona pace e felicità. Nella sua introduzione l’autore scrive:
“Il percorso di crescita e di ricerca di un Centro si è concluso nella Scoperta che la vera Pace sta nella Natura che siamo! La Risposta è semplice, lampante, disarmante: non vi è nulla al di fuori di noi in grado di renderci davvero felici, perché la materia si trasforma incessantemente ed il tempo che percepiamo con la mente, prima o poi, mangia tutte le cose. Dunque è inutile legarsi ad un’illusione, aggrapparsi alle forme terrene cercando in esse la felicità, perdersi in quello che si manifesta nella “realtà” ed attribuire un senso alla vita in base agli eventi, ai giudizi della mente e all’esteriorità dell’esistenza.”
La nostra vera Natura da scoprire rende possibile realizzare gli obiettivi.
Tutto è dunque contraddizione, ma contraddizione sanata:
"La lentezza / è lo strumento migliore / per agire più velocemente.”
"La vibrazione delle corde / indica la calma / della chitarra.”
"Apro le braccia / come fossero ali / e dalla vetta più alta / m’inabisso / nel cielo d’inverno.”
Polarità di alto e abisso, vibrazione e calma, lentezza e velocità… Il libro è denso di momenti simili. Si comprende che l’artista si trova in un monastero. La pratica realizzativa comporta esplicare semplici mansioni che sono esercizi spirituali: disporre i fiori, apprendere l’arte della cerimonia del tè, o cucinare, meditare da seduti (zazen) o in piedi camminando, percepire il proprio respiro in armonia con il respiro dell’universo. Bellissimi i versi di profonda comunione tra corpo e cosmo:
"Il vento è il mio respiro / l’acqua il mio sangue / la terra il mio giaciglio / le stelle il mio sguardo / le nubi le mie palpebre / che sposano la notte… / e la vita è il Sole.”
Il paesaggio, come nei componimenti "haiku" è sempre paesaggio d’anima, il lago e le montagne sono "io". Gli animali nominati con amore assurgono a protagonisti del libro: gatti, rondini, scriccioli, gabbiani, aquile sono esseri reali, ma pure metafore e rappresentazioni del nostro agire, o delle nostre mete, come le rondini che volano in stormo, convergendo verso occidente.
Troviamo quattro modi essenziali in cui si esplica il fare, lo stare al mondo; quattro verbi che ci riassumono:
"Il distacco del Monaco / per ACCETTARE. / La seduzione della Geisha / per GIOIRE. / La forza del Guerriero / per ENTUSIASMARSI. / Il Tutto unito / per ABBANDONARSI…”
Accettare la vita in toto è possibile soltanto nel distacco, ovvero contemplando. Ancora una volta assistiamo ai due opposti riuniti: distacco e abbandono al fluire, gioia ed entusiasmo insieme alla disidentificazione.
Nel chiudere il libro ci sentiamo effettivamente invasi da una gioia immotivata, radice della nostra essenza nascosta eppure visibile, senza causa e senza perché; la mente si è svuotata da pesantezza e da quesiti inutili. Possiamo vivere con la spontaneità di una goccia d’acqua, come in questo “haiku” di suono argentino e gaudente, attimo presente, musica e autenticità:
“La goccia cade / nell’acqua del catino / un tintinnio.”
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Vivendo Zen
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