Vocabolario dei desideri
- Autore: Eshkol Nevo
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2020
La prestigiosa casa editrice Neri Pozza propone una sorta di albo illustrato: autore lo scrittore israeliano Eshkol Nevo (tradotto da R. Scardi), le illustrazioni di Pax Paloscia, valente artista grafica romana. Vocabolario dei desideri, di formato più grande del solito per dare spazio alle suggestive illustrazioni, è un vero e proprio vocabolario che contiene 26 voci, dalla A alla Zeta, incluse le lettere dell’alfabeto di lingua inglese. Ogni voce, che è un piccolo racconto, è preceduto da una grande pagina monocroma e un’opera della grafica che allude al tema trattato. Grande suggestione, sia per l’uso del segno grafico e dei colori, sia soprattutto per l’intensità della contaminazione tra l’immagine e la scrittura.
A come amore, b come baci, c come confessione… zeta come zebu, che in ebraico vuol dire basta e chiude la raccolta. In mezzo, la grande capacità dello scrittore di sintetizzare, allargare lo sguardo, parlare di tutto e divagare, tornare al punto di partenza. Scritti per la rivista italiana "Vanity Fair", nell’intermezzo ozioso fra la scrittura di un romanzo e la progettazione del nuovo, lo stesso autore confessa che il racconto breve è entrato con prepotenza nella sua ispirazione narrativa.
Leggendo i brevi testi, ci si imbatte nelle Città invisibili di Italo Calvino, nella Johannesburg ancora tragicamente razzista dopo la fine dell’Apartheid, anche in una casa di ricchi intellettuali ebrei. Molto spazio è dedicato alle donne, all’amore, al sesso, ai sentimenti, alle contraddizioni affettive. C’è molta America in questi piccoli e intensi testi narrativi (Oregon, Perdono), ma anche molte storie coniugali, fedeltà, infedeltà, trasgressione (Matrimonio, Hotel, Notte). Poi c’è la rete, il cellulare, le serie televisive che occupano ormai così tanta parte del nostro immaginario globalizzato: ecco X come X files, un appuntamento per rivedere insieme una serie tv che aveva avuto un risvolto sessuale tanto tempo prima; oppure Web, un rapporto via mail di invio compulsivo di link, canzoni, memorie, un rapporto virtuale più potente di uno in presenza.
Mi soffermo su uno dei racconti, quello dal titolo Ferita: siamo a Gerusalemme, il narratore va in un supermercato di periferia, più economico, con la figlia, issata sul carrello e seduta su un soffice pacco gigante di carta igienica. La piccola tiene il braccio fuori del carrello e nello scontro con quello che viene nell’altra direzione si schiaccia un dito: una piccola ferita, un pianto disperato. Subito accorrono due commesse, una più anziana con un fazzoletto in testa, l’altra più giovane con un cerotto da mettere sul dito della bambina. Lei smette di piangere e mentre padre e figlia si allontanano la domanda è: perché le due signore parlavano con uno strano accento? Perché sono arabe, risponde il padre.
“Razzismo, antirazzismo, parole grosse. Alla fine dei conti sono i piccoli momenti ad essere decisivi”
Ecco la capacità di sintesi di un grande narratore, ed Eskhol Nevo si conferma tale ancora una volta, anche in questo libro insolito e molto originale.
Vocabolario dei desideri
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