Ė la vita, Joy
- Autore: Nell Dunn
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sonzogno
- Anno di pubblicazione: 2015
In libreria dal 10 settembre per la collana Bittersweet curata da Irene Bignardi di Sonzogno “Ė la vita, Joy” di Nell Dunn, scrittrice inglese che ha pubblicato negli anni Sessanta una serie di storie brevi tutte ambientate a Londra sulla nota rivista culturale britannica New Statement e scrittrice cult della Swinging London. Il romanzo è incentrato sulla vita di una giovane donna della classe operaia londinese, ironicamente chiamata Joy, che porta una finta coda di cavallo bionda, ha gambe magre su scarpe di camoscio dai tacchi alti, il corpo esile, i seni grossi. Non esce di casa senza le sue ciglia finte e i riccioli alla Cleopatra sistemati dietro le orecchie. A vederla passeggiare per strada guardando le vetrine, scherzando con le amiche, facendo battute sugli uomini, non si direbbe che la sua sia una vita di stenti, piena di guai: a soli ventidue anni ha già alle spalle un matrimonio sfortunato con Tom, un ladro che entra ed esce dalla prigione, e un figlio, Jonny, che diventa l’unico scopo della sua vita. Per mantenerlo e dargli una vita diversa dalla sua, Joy si prostituisce e passa la vita preoccupandosi del suo aspetto fisico e cercando di non mostrare mai la sua vera età. Unica parentesi veramente felice con il suo compagno, Dave, con cui vive in una bella casa in un buon quartiere di Londra e va in vacanza in campeggio, ma Dave è anche lui un ladro e alla fine viene sbattuto in prigione per dodici anni. La vita con lei quindi è impietosa e non può far altro che riversare tutti i suoi desideri su Jonny che diventa così l’estensione delle sue speranze, tutte di fatto inattese. Mentre si aggrappa al figlio, Joy riempie i suoi scaffali di libri che legge per imparare.
Definito dal Morning Telegraph
«Un romanzo crudo, schietto, selvaggio, adorabile»
questa nuova edizione riporta alla luce dopo circa sessant’anni un classico della letteratura inglese dimenticato, un romanzo costruito soprattutto su brevi dialoghi incisivi terribilmente veri, reali. La tecnica narrativa di Nell Dull mi ricorda per certi aspetti quella di John Osborne, soprattutto nella descrizione della cruda realtà della vita di giovani ragazze del 1960 che non hanno avuto il tempo o il denaro per essere alla moda o intellettuali e protestare contro le disuguaglianze sociali che le circondavano. Joy fa molte scelte sbagliate sia in amore sia nella vita ma ha un cuore grande ed è una sognatrice: guarda sempre avanti e si accontenta di piccoli dettagli che le possano illuminare la vita.
«Oddio, in che stato sono» disse, mentre, mano nella mano,tornavano a casa lungo la strada deserta. «E pensare che quand’ero bambina mi proponevo di conquistare il mondo, se qualcuno mi vedesse adesso direbbe: “Ha passato una gran brutta serata, povera donna”.»
È la vita, Joy (Bittersweet)
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