Il velo di Alida Airaghi

Alida Airaghi usa un italiano di tale raffinatezza e precisione, che ci viene la voglia di vedere se anche in altre lingue resta questa lucentezza. Nel romanzo che ha come titolo Il velo (Tau editrice, 2022, prefazione di Massimo Diana) si parte da fatti minimi: un convento quasi disabitato, solo tre suore lasciano aperte le porte dello "stabile", ovvero Giuditta, Maria e Adele. Quest’ultima inizia a tenere un diario, un escamotage per le notti già più fredde di ottobre. L’espediente narrativo toglie dagli impicci la Airaghi, che scrive attraverso suor Adele. Apparentemente, non ci sono notizie eclatanti in un diario tenuto da una suora, e invece dobbiamo ricrederci, perché le azioni tranquille e tutte uguali di tre suore possono essere più interessanti di una famiglia media.

La Airaghi non sfrutta il diario scrivendo le azioni di una donna di Dio e le preghiere restano chiuse nelle teche della sua anima. Piuttosto si accorge della differenza tra loro. Adele, quella che scrive, ha un’intelligenza vivida e, se pure si attarda su fatti minimi, lo fa perché noi possiamo capire il suo modo di essere. Anche in un convento così disabitato le differenze caratteriali vengono fuori.
Chi tiene il diario indubbiamente poteva fare una vita diversa: il talento c’è, un carattere volenteroso pure, e invece le tocca scrivere delle due persone che vede continuamente. Suora Giuditta è la più anziana delle tre, è mansueta, pacifica, pigra perché alcuni lavori non può più farli, ma non se ne lamenta. Serve da cuscinetto tra suora Adele e suora Maria. Nel diario è annotato la grandissima antipatia che Adele prova per suora Maria. Le contesta il conformismo e la cattiveria. Evidentemente Maria è stata forzata a prendere i voti, oppure ha alle spalle una delusione amorosa.

La scrittrice non si sofferma oltre, convinta che più si dice o si scrive di una persona, meno la si conosce. Anche in un gruppo minimo di suore attecchisce in questo millennio il risentimento, il sentirsi offese per piccoli gesti sgarbati. Si parla poco in un convento vuoto e quindi ogni parola sgarbata è una pietra. La parte dove Adele scrive di come ha rinunciato a tutto, soprattutto alla dimensione sessuale, sono di grande bellezza e prive di qualsivoglia volgarità. Ma Maria non accetta quel minimo di serenità di Adele e si inventa che la suora abbia fatto scappare una novizia. Oltre saprete la verità, comprando il libro.
Per mio conto, non so perché Alida Airaghi non abbia maggiore successo. Forse, a volte, una scrittura raffinata, difficile, ma è la sua cifra stilistica. E Il velo è davvero un bellissimo romanzo.