Pietrogrado città della rivolta
- Autore: Meriel Buchanan
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2024
Arriva per la prima volta in Italia la testimonianza di Meriel Buchanan, figlia di George Buchanan, ultimo ambasciatore britannico a San Pietroburgo. La giovane visse parecchi anni in giro per le diverse sedi diplomatiche (Bulgaria, Germania, Italia, Olanda e Russia) al seguito del padre e il libro Pietrogrado città della rivolta, edito da Lorenzo de’ Medici Press nell’ottobre 2024, è un attento diario nel quale la giovane donna documentò, giorno dopo giorno, la serie di eventi che portarono in modo progressivo alla caduta dello Zar e alla Rivoluzione. Il libro, tradotto da Silvia Rotondo, presenta una prefazione di Huge Walpole (scrittore britannico) che così si esprime:
Credo di non esagerare quando dico che questo libro della signorina Buchanan è il primo tentativo di uno scrittore di dare al mondo un’idea dell’atmosfera della Russia durante lo shock e il terrore di quegli eventi sconvolgenti. Per atmosfera intendo l’evocazione di piccole e grandi cose che formano un mosaico, colorato, intricato, unico, che può nascondersi dietro e sotto gli evidenti sviluppi esterni.
Il volume è un vero e proprio resoconto puntuale nel quale la Buchanan porta il lettore nella Russia del 1915 con il caos generato dalla Prima Guerra mondiale, che vide scendere in campo anche il regno dello Zar Nicola Secondo. L’autrice non si limita a raccontare i fatti della Storia, ma li ricostruisce facendo riferimento certo a quello che si trova nei libri, che abbiamo studiato e che leggiamo, ma in queste pagine la scrittrice racconta soprattutto gli eventi del quotidiano fatto dalle gente comune.
C’è la vita di ogni giorno con la quale lei era perennemente in contatto. Ecco che vediamo Muriel spostarsi da un luogo all’altro, la scorgiamo con altre donne e ragazze intente ad apprendere i rudimenti infermieristici per portare aiuto ai feriti nell’ospedale organizzato da sua madre, poi ancora a contatto con i soldati mandati al fronte come carne da macello o portati in clinica con tremende ferite fisiche e psicologiche. Interessante è anche il resoconto relativo alla figura di Rasputin - che la Buchanan ebbe di certo modo di vedere - e alla grande influenza che ebbe nei confronti della famiglia dello Zar, quella stessa influenza che alla fine lo portò fuori scena sempre con quell’aura di mistero che lo caratterizzava.
Tra mezzi militari presenti a Pietrogrado, nobili, generali, soldati, operai e contadini pronti a tutto, piani politici per mandare avanti o cambiare il governo, c’è l’immagine di un Paese dove il terrore cominciava ad avere la meglio e nel quale la Buchanan rimase con tutta la sua famiglia fino al 1918, anno del rientro nel Regno Unito che così racconta:
La partenza da Pietrogrado alle sette e mezza di quel lunedì mattina fu qualcosa di simile a un sogno avvolto nell’ombra. Non c’era luce elettrica, qua e là una candela brillava debolmente, una piccola lampada a olio in cima alle grandi scale emanava un fioco bagliore nell’oscurità circostante. Le cameriere erano tutte in lacrime.
La memorialista inglese, con uno sguardo lucido e attento, ci accompagna nelle tensioni che dalla Prima guerra Mondiale passarono a quelle della rivolta che portò alla guerra civile del 1917. Un evento che cambiò per sempre la storia della Russia e del suo Impero, spazzando via lo Zar e la sua casata e mettendo il potere nelle mani di aristocratici e borghesi di veduta liberale, i quali si dovettero confrontare con il potere dei soviet degli operai e dei soldati.
Pietrogrado città della rivolta di Meriel Buchanan è un’importante testimonianza del passato e si pone come il ritratto di una Russia in radicale cambiamento, ma è anche il voler raccontare e il voler dare voce alle persone, ai volti, ai gesti di quel brulicante e popoloso formicaio umano che viveva - non sempre visto e ascoltato - attorno ai potenti.
Pietrogrado città della rivolta
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