150 giorni. 1943-1944 di Michele La Cava

Il libro “150 giorni 1943-1944”, scritto da Michele La Cava ed edito da Armando Curcio Editore, narra in prima persona le vicende biografiche vissute da Michele durante la sua giovinezza, nel pieno della seconda guerra mondiale.
Egli nacque da una famiglia benestante, che sperimentò il terremoto del 1908 e alternò, nel corso degli anni, il lavoro e la passione per la scrittura, firmando altresì poesie in lingua.

L’opera presenta minuziose descrizioni dei fatti, in grado di far commuovere i lettori, a causa della disperazione che permea il racconto in ogni singola pagina ed offre uno spunto per pensare a quanto i conflitti siano nocivi e degradanti per l’umanità, soprattutto quando la fiducia delle masse è stata riposta nel tentativo di dominare e
soggiogare coloro che sono ritenuti una fonte di profitto o degli oppositori.
La fine del regime fascista porta molti a sperare in tempi migliori, tuttavia l’Italia sta uscendo brutalmente sconfitta dalla seconda guerra mondiale, che le ha provocato numerose vittime tra i militari e i civili inermi. Michele, autore e protagonista del libro, spiega come sia stato difficile per la sua famiglia salvarsi, sfuggendo per fortuna e senza sosta ai soldati tedeschi che trucidavano senza alcuna spiegazione chiunque fosse ritenuto colpevole di atti ostili verso la Germania nazista.

Michele La Cava narra pure la speranza di una liberazione da parte degli americani e la delusione che dovette affrontare quando si seppe che la notizia di una imminente offensiva alleata era falsa. Infine, quando l’orrore della guerra terminò, Michele poté riunirsi gioiosamente con i suoi cari nella loro nuova casa, sicura e fuori da ogni pericolo di bombardamento. Il racconto termina con la morte del padre del ragazzo, che aveva avuto un ruolo di guida durante gli anni bui del conflitto.