194- diciannove modi per dirlo
- Autore: Camilla Endrici
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2018
"194- diciannove modi per dirlo" è una raccolta di storie di donne che tra emozione, lacrime e dolore narrano la loro scelta personale e dolorosa nell’affrontare l’aborto. Camilla Endrici, laurea in Filosofia, giornalista radiofonica, con questo suo libro ha voluto onorare le protagoniste, dando loro voce nel raccogliere i vari frammenti del ricordo di un episodio della loro vita stressante e traumatico al quale, per motivi diversi, si sono sottoposte.
L’autrice ha saputo raccontare, senza emettere nessun giudizio, le emozioni post-aborto di Caterina, Teresa, Bianca, Grazia; di quanto a distanza di anni si trovano a vivere un profondo senso di colpa che le fa sentire continuamente sbagliate e sporche e del dolore e del fallimento come donne e madri. La Endrici è inoltre consapevole che nell’affrontare il tema aborto si sarebbe scontrata con la realtà delle emozioni di chi si è sottoposta all’interruzione di gravidanza e dall’altro ad un immenso tabù che ancora oggi, anima il dibattito ideologico e politico sulla sua natura etica e morale.
Nelle storie che ho raccolto mi sono ripromessa di non dire mai come sono andate le cose. Non solo perché è una questione molto intima, ma anche perché ritengo che il diritto a non sentirsi pronte a essere madri debba essere di tutte, in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione avvenga la scelta.
La legge sul divorzio, prima e la legge sull’aborto, poi, furono entrambe emanate negli anni settanta, la stagione più buia, nel periodo storico degli anni di piombo. Una lunga lotta dal ’68 in poi portata avanti dai movimenti delle donne, dai partiti politici e da un’intera classe di intellettuali che voleva affrontare un tema tanto importante quanto urgente: si continuava a morire per mano di donne senza scrupoli per gli aborti clandestini, ed inoltre erano già nell’aria le nuove tipologie di famiglie con le loro diverse esigenze.
Da Adele Faccio a Luciana Castellina e tante altre, insieme dalle parte delle donne, come Oriana Fallaci che in una intervista di quegli anni spiegava ad un parterre di giornalisti e politici che l’aborto era una questione di civiltà e riguardava solo le donne, "A restare incinte, a morire partorendo e abortendo o non abortendo siamo noi donne, che vi piaccia o meno!“.
Le donne che scelgono di abortire sentono di vivere in un limbo: una palude fatta di desiderio e paura, speranza e spaesamento, illusione e delusione, tra dottori che trafficano con i loro corpi e la condanna e il pregiudizio che avvertono sulla propria pelle.
Con le loro testimonianze, scrive l’autrice, si viene a conoscenza di alcune parole che danno origine ad un vocabolario sull’aborto: il rimpianto è la prima, alla quale segue il senso di colpa che le fa sentire macchiate, e poi il dolore che rimbomba nel cuore, nella mente, nell’anima. Ma l’anima è pronta a vivere tutto questo?
La mia anima era barricata in una camera di cemento armato, perché l’oscenità di quanto stava accadendo non mi toccasse nel profondo…
Tutte, infatti, danno la stessa risposta. La Endrici, con "194- diciannove modi per dirlo", ha narrato con sentimento e delicatezza diciannove storie di donne che tra paura, vergogna, sofferenza hanno saputo descrivere all’unisono la loro scelta così luttuosa e cosa dietro tale scelta si poteva nascondere. Perché alle volte si incontrano uomini sbagliati, perché alle volte si è troppo giovane, perché alle volte si deve fare, o perché alle volte c’è chi sceglie di non voler essere madre. E questa è una libertà che non può non essere garantita.
Senza dubbio è una lettura fuori retorica, che non lascia indifferenti e che come un’inchiesta porta alla luce una realtà di donne che si muovono in silenzio, la loro esperienza solitaria, umana e la loro ricerca interiore di un’elaborazione postuma di rinascita. Consigliato!
194. Diciannove modi per dirlo
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Un libro che tutti dovrebbero leggere se non altro per comprendere cosa si cela dietro alcune scelte e per imparare a non giudicare e condannare a priori ciò che non si conosce.
Complimenti per la recensione precisa e ben scritta !
Leggero’ sicuramente questo libro! 🙂