1977 Gioia e rivoluzione
- Autore: Ernesto Assante
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
E poi c’erano i sognatori e basta. I disarmati. Quelli che desideravano e non sparavano. E le molotov (degli altri) le subivano come affronto. Nel 1977 c’erano anche loro, gli inermi. Facevano – leggevano, suonavano, si impegnavano – ma giravano alla larga dalla militanza più violenta. Movimentisti dallo sguardo lungo, consapevoli già allora che la deriva armata avrebbe finito per favorire il conservatorismo, più che distruggerlo.
“1977. Gioia e Rivoluzione” (da un brano-must dei settantasettardi Area), è dedicato all’ala pacifica del Movimento. Il reducismo non abita le pagine di questo memoir collettivo curato (attraverso interviste) da Ernesto Assante per Arcana: tra le sue pagine si incrociano sì gioia e rivoluzione, ma nel senso meno apologetico-lacrimevole che riuscite a immaginare. Sulla scorta di un ideale filo rosso, dettato dall’equidistanza. Come nel colorato intervento di Enrico Franceschini (Festa Mobile, p. 74). Più saggezza che benpensantismo:
“Oggi definirei il 1977 come un evento che ha portato qualcosa di nuovo: il femminismo, l’ironia in politica, la creatività nel comunicare. Non mi piace quello che chiamo il ‘reducismo’ (…) Penso che 1968 sia stato decisamente più importante del 1977 come rivoluzione sociale e di costume. Ma penso anche che ogni generazione, almeno a vent’anni se non in seguito. Dovrebbe avere l’emozione di sognare qualcosa insieme, provare un desiderio di cambiamento e un’ansia di giustizia, credere nella possibilità collettiva di migliorare le cose e la società in cui viviamo”.
Proprio lo smarrimento del sentire collettivo rappresenta oggi la più perniciosa delle sfasature, la cartina di tornasole attraverso cui testare il grado zero di una società ex desiderante, attestata su sponde no future (a proposito della sloganistica punk tipica del ’77) quanto autoreferenziali.
Rifacendomi ancora al sintetico giudizio di Gianfranco Manfredi (Un anno anarchico, p. 81):
“Il triennio 1976-78 è quello in cui la mia generazione si è espressa di più, non so se meglio o peggio, ma di più”.
In ultima analisi: quello che riesce a Ernesto Assante - attraverso i contributi, fra gli altri, di Stefano Benni, Gianfranco Carofiglio, Giancarlo de Cataldo, Massimo Recalcati, Piero Pelù – è insomma la rimodulazione imparziale (e sfaccettata) di un anno passato alla storia senza mezze misure: o funereo e iper-violento o invece radioso e incomparabile. “1977. Gioia e rivoluzione” ci ricorda, se necessario, come la verità abiti spesso le sfumature.
1977. Gioia e rivoluzione
Amazon.it: 3,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 1977 Gioia e rivoluzione
Lascia il tuo commento