A cena con i papi
- Autore: Fiorenza Cilli
- Genere: Libri di cucina
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
“Storie e ricette dalle cucine dei pontefici” è il sottotitolo di A cena con i papi (Olmata 2021) di Fiorenza Cilli, viaggio culinario attraverso la tavola dei Pontefici dal primo Papa Pietro fino a Papa Francesco.
“Il cibo e i suoi teatri. Simbolo di potenza e ricchezza ma anche di povertà imposta oppure scelta. Segno dei tempi, avversi o invece favorevoli. Di progresso o di imbarbarimento. Di peccato o all’opposto di santità. Ma anche di fantasia, di condivisione, di filosofia”.
È noto che il cibo, al di là di semplice mezzo di sopravvivenza, mostra molto di un popolo, della sua cultura, delle sue relazioni col resto del mondo. Nella Roma antica ai cittadini maschi adulti, plebs urbana et romana, venivano date ogni mese gratuitamente delle derrate di grano, più tardi nel periodo imperiale anche altri alimenti, che giungevano fino dall’altra parte del Mediterraneo, non semplicemente a placare un bisogno non altrimenti appagabile ma soprattutto per evitare possibili contrasti sociali, mantenere ordine e consenso.
Invece per un patrizio colto la continenza nel cibarsi era un importante segno di distinzione, una scelta filosofica, un rifarsi ai costumi morigerati degli antenati che avevano fatto grande l’urbe. Al contrario un arricchito, magari un potente liberto, ostentava la sua raggiunta opulenza pure attraverso sontuosi banchetti, un segno di libertà e di successo.
È importante ricordare che pane, vino, olio, alimenti base del mondo greco e romano, ripresi dai primi cristiani nei sacramenti, divennero poi essenziali oltre che per la sopravvivenza del corpo anche per quella dell’anima.
A Roma però la cucina più importante è ormai sicuramente quella papale, non solo e certamente non sempre (ci sono stati papi molto frugali) per la sua ricchezza, ma perché è la cucina di corte quella del sovrano di un regno ben più vasto dei suoi confini territoriali.
Il 26 agosto 1492 viene solennemente incoronato in San Pietro Rodrigo Borgia, Roderic de Borja, che sceglie di chiamarsi Alessandro, è il sesto pontefice a portare questo nome. Rodrigo, nominato cardinale a venticinque anni da suo zio papa Callisto III, non aveva condotto precisamente una santa vita. Molte le amanti, la più nota Vannozza de’ Cattanei, e anche i figli, almeno sette all’epoca. Borgia non faceva mistero della sua condotta libertina, viveva apertamente le sue passioni, grande fu quella per Giulia Farnese, “Giulia bella”, quando già era pontefice.
“Nonostante in occasioni dolorose della sua esistenza più volte avesse promesso a se stesso e a Dio di redimersi, non lo fece mai”.
Sembra però che la gola non fosse tra i tanti peccati attribuiti ad Alessandro, che, nonostante l’aspetto pingue visibile nel ritratto del Pinturicchio, si accontentava per lo più di una sola pietanza a pasto. La tavola era sempre rivestita di preziose tovaglie e apparecchiata con vasellame pregiato. All’insegna di un altro peccato capitale: la superbia. Pare che la torta di cappone fosse uno dei piatti preferiti del pontefice. Inoltre Alessandro VI dicono fosse assai goloso di dolci, come la torta di ricotta e castagne.
Papa Francesco, eletto al soglio pontificio il 13 marzo 2011, non mangia da solo nell’Appartamento Papale, che d’altra parte non abita avendo scelto invece l’appartamento 201 nella Casa Santa Marta, alloggio questo anche di prelati residenti in città o di passaggio. Preferisce, come ha dichiarato, stare in compagnia, perché la solitudine non fa bene. Alla mensa dell’albergo consuma anche i suoi pasti sobri ma ricchi di frutta e verdure fresche e sempre di stagione. Gli piacerebbe però, a quanto si dice, andare a mangiare in pizzeria una gustosa pizza.
Una curiosità: La sorella Maria Elena ha dichiarato che spesso a Buenos Aires Bergoglio si cucinava da solo il pasto, la sua specialità era fare i calamari ripieni. Bergoglio di origine piemontese e ligure, ma nato a Buenos Aires, Argentina, predilige il Dulce de leche e la Bagna cauda, ricetta tipica del Piemonte, probabilmente in omaggio ai suoi antenati. “La cucina del papa, dedicata esclusivamente alla preparazione dei pasti del romano pontefice, ha chiuso le porte e spento forse per sempre i fornelli” con Papa Francesco.
Un volume ben scritto in cui il cibo è protagonista insieme con i Papi che lo gustano, dove è interessante attraverso le ricette proposte notare come sia cambiato il desco pontificio.
“Dico: “Pròsite a llei, sor Padre Santo” Disce: “Eppoi nun hai visto la dispenza, che de ggrazzia de Ddio sce n’è artrettanto”. Dico: Eh, scusate, povero fijjolo! Ma ccià a ppranzo co llui quarch’Eminenza? Nòo, ddisce, er Papa maggna sempre solo”. Giovanni Gioacchino Belli
A cena con i papi. Storie e ricette dalle cucine dei pontefici
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