

Alberi di plastica
- Autore: Leonardo Mazzeo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Potremmo definire Alberi di plastica di Leonardo Mazzeo (Scatole Parlanti, 2020) la storia di un’indagine, ma sarebbe riduttivo, perché sin da subito è una cascata: le storie del libro di Mazzeo sono intrecciate, a volte si mischiano come un coro di borgo sperduto, tre bar e pochi avventori.
La vicenda è ambientata ad Averno, questa immaginaria località del reatino, nomen omen, un crocevia di anime alla ricerca della propria precedente identità. Il ritmo è dato dalla pagaiata di un Caronte moderno, un ispettore di polizia strappato alla sua appiccicaticcia quotidianità un po’ meschina. A sconvolgere il borgo - come sempre con qualcuno più toccato di altri e molta indifferenza - è un suicidio, un evento enorme, spiazzante, che ha la funzione di uragano: tutti devono farci i conti, in qualche modo.
Ma prima della cascata di personaggi ed eventi c’è qualcosa che si staglia lontana, la fonte primaria di tutto. L’indagine dell’ispettore Caldara è innanzitutto scelta: scelta di crescita, scelta di campo, scelta di ricerca personale, non solo professionale. È il personaggio che ho preferito e non perché non sia importante lo scrosciare di teen-stories dai muri di un passato che in molti non vogliono nemmeno ricordare, ma perché ha spessore nel torrente sotterraneo che guida tutto il libro: c’è una verità di fondo nell’amicizia, nella famiglia, nei legami di sguardi e antipatia a pelle, perfino nella musica dei Radiohead che percorre - nobile - tutte le pagine?
Quali sono le nervature nascoste agli occhi che guidano le nostre acque, le scelte, perfino i nostri più nobili sentimenti? Sotto questa domanda pilatesca non c’è alcun riguardo per il concetto di giustizia, non se ne tiene conto: l’autore - e noi con lui - sa già che da quell’evento scatenante le vite continueranno, certo, ma a scorrimento diverso. Ci sarà chi vorrà fare nuove esperienze, chi non ce la farà, alla fine travolto, chi invece proprio dietro una nuova conoscenza troverà la chiave per dipanare tutto l’enigma e riconsegnare una qualche forma di giustizia di fronte all’elefante che invade le cristallerie di tutti.
Esistono colpevoli? Difficile dirlo, perché in questa speciale parte della vita che ci ostiniamo a chiamare adolescenza i concetti di colpa e causa sfumano, si perdono, si mischiano. C’è debolezza, c’è ipocrisia, c’è scelta, continua, come forse si fa poche volte nel resto della vita. Mazzeo ci porta, ma non spiega tutto: certe cose può capirle solo chi è stato una volta adolescente, chi ha toccato una domanda intima e profonda ed essenziale per davvero. E non è un’esperienza che capita a tutti.

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