Alberto Savinio. La commedia dell’arte

Alberto Savinio (pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico) è stato un autore eclettico e di grandi doti artistiche.
La mostra tenutasi a Milano (25 febbraio-12 giugno 2011) è una riscoperta di un autore moderno; il catalogo curato da Vincenzo Trione (24 Ore Cultura, 2011) è un testo approfondito ed illuminante.

Fratello maggiore di Giorgio De Chirico, Alberto nacque in Grecia nel 1891.
Il patrimonio genetico dell’isola si è inserito nel suo dna artistico.
Spiagge soleggiate, colori chiari, primari, cieli infiniti, descrivono il mondo fantastico ed onirico del pittore. I colpi di sole sono fortissimi, la luce abbaglia e ci si ritrova a vedere nel cielo cristallino forme geometriche precise e spigolose, di tutti i colori possibili.
Non solo, per il caldo appaiono sulle stesse spiagge i miti della sua giovinezza: Achille, Ulisse, Polifemo. È l’amore della sua memoria, ad influenzare la sua progettualità istintiva.
Il suo passato dovrebbe essere oggetto di penetrante psicanalisi, per le sue amnesie infantili, per le sue pulsioni più recettive: un complesso edipico generazionale.
Non si ferma qui.
I corpi dei suoi miti sono bellissimi, scolpiti come delle sculture greche però, sempre il caldo sole estivo, gli gioca uno scherzo terribile, ma innocente: le teste diventano strane, si rimpiccioliscono come delle uova oppure assumono forme zoomorfe.
Quando siamo di fronte a un normale romantico paesaggio rimaniamo sconvolti dai giochi di fantasia e di immaginazione del poeta.
Grande tratteggiatore di segni e di linee, la sua tecnica anticipa gli autori della Pop Art Liechtenstein e Warhol. Preleva spunti ed idee dagli autori della Disney, amalgamandoli con i suoi studi classici. La sua enorme erudizione gli consente di spaziare e di unire diverse forme culturali (teatro, opera, letteratura, pittura), ma sarà l’amore per il cinema a prendere il sopravvento. L’arte cinematografica può percepire idee da tutte le varie forme di linguaggio, con l’unico rischio della cannibalizzazione delle altre espressioni.
La sua potenza visiva acquisisce forza per poter prevalere culturalmente, per potersi distaccare dagli altri autori del novecento e avere una sua forma e un proprio unico linguaggio.