Alfons Aberg, c’è un fantasma?
- Autore: Gunilla Bergström
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2007
I fantasmi da tempo immemorabile popolano le leggende, i romanzi e i racconti di ogni epoca e rappresentano le paure dell’essere umano portandosi dietro quell’inquietudine, quel mistero, ma anche quel fascino che stimola puntualmente la fantasia degli scrittori e cattura l’attenzione dei lettori di ogni parte del mondo e di ogni età. I bambini sono tuttavia coloro che maggiormente sono attratti dalle storie di fantasmi, un po’ per la loro ingenuità, un po’ per la loro particolare sensibilità, ma soprattutto per la straordinaria fantasia con cui amano colorare il mondo.
Gunilla Bergström è una scrittrice ed illustratrice svedese da tanti anni impegnata nel raccontare storie per bambini ed avvicinarli attraverso di esse alla lettura attraverso la semplicità,strumento indispensabile per attirare l’attenzione dei piccoli lettori. Nata nel 1942 a Göteborg, ha iniziato a lavorare come giornalista per i quotidiani svedesi Aftonbladet e Dagens Nyheter, per poi esordire come scrittrice nel 1971. La sua popolarità è legata al personaggio di Alfons Aberg,in inglese conosciuto come Alfie, Atkins, un bambino protagonista di una serie di libri il primo dei quali pubblicato per la prima volta nel 1972,che l’hanno fatta conoscere al grande pubblico prima in Svezia e poi dopo essere stata tradotta in tante lingue,in diverse altre nazioni tra cui l’ Italia.
“Alfons Aberg,c’è un fantasma?” (titolo originale dell’opera "Vem spökar Alfons Aberg?"pubblicato in Svezia nel 1983 ed in Italia dalla casa editrice Il gioco di leggere nella collana I classici moderni per bambini nel 2007 con le illustrazioni della stessa autrice e con la traduzione di Camilla Storskog) è un piccolissimo libro che racconta la storia di un bambino, il protagonista, che ha paura di incontrare dei fantasmi rimanendo da solo nella sua casa. Le rassicurazioni che i fantasmi non esistono secondo quanto gli è stato insegnato non bastano a distoglierlo da questo pensiero fisso, nemmeno recitando una piccola formula che il papà gli suggerisce per allontanare la paura, riesce inizialmente a tranquillizzarsi.. L’ epilogo della storia è di una semplicità che può apparire quasi disarmante, tuttavia con una lettura più attenta è possibile scoprire l’utilità di questo libro illustrato adatto a bambini di una fascia d’età compresa all’incirca tra i sei e gli otto,massimo nove anni. Le paure,sia quello dei bambini, come quelle dei grandi,fanno saputo affrontare, senza sottovalutarle ma al tempo stesso dando sempre la priorità alla persona,nella sua straordinaria complessità ed unicità, senza mai metterlo in disparte ma cercando di farla sentire importante per poterla comprendere ed amare. Questo è il messaggio più importante che suggerisce questo libro pubblicato da una piccola casa editrice di Milano Il gioco di leggere, attenta a far nascere, a coltivare e poi far sbocciare la passione per la lettura nei bambini. Gunilla Bergström stupisce per l’essenzialità di questa storia ma anche per la capacità di raccontare con sottile intelligenza, competenza sul piano psicologico e sensibilità umana,le caratteristiche fondamentali dei bambini del nostro tempo.L’autrice ha dichiarato:
“Questo è il punto centrale della mia scrittura:mostrare alle persone reali come siamo nel bene e nel male e preferibilmente di avere ancora il coraggio. Penso sia fantastico presentare una persona con difetti e carenze.
Perché gli adulti dovrebbero essere perfetti in un libro per bambini,se non lo sono nella vita reale?!”
e ancora:
“Noi adulti abbiamo quasi del tutto dimenticato la questione alle prese con l’affitto da pagare, il cibo,gli obblighi: che la vita è un enigma ineguagliabile! Ricco di opportunità. ...... La realtà è quasi una favola. Ogni giorno è
nuovo. I bambini sanno riconoscerlo. E noi adulti lo abbiamo dimenticato.Ma voglio dirvi che i bambini e gli adulti possono ricordare, possono ridere e stupirsi insieme.”
Queste parole sagge racchiudono meravigliosamente il senso profondo della scrittura di questa ottima autrice.
Alfons Aberg, c'è un fantasma?
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