Ali d’argento di Camilla Läckberg

Camilla Läckberg, dopo il romanzo di successo La gabbia dorata, continua con Ali d’argento (Marsilio, 2020, traduzione di A. Albertari, L. Cangemi, K. De Marco e A. Scali) ad avere per protagonista l’imprenditrice Faye. Con un meccanismo a incastro tra presente e passato, viene presentato il paesino di pescatori Fjallbacka, in Svezia, dove è nata l’autrice. Faye ha sempre avuto un rapporto conflittuale con l’altro sesso, rappresentato, per lo più, da personaggi prevaricatori, bugiardi, violenti, ma anche vigliacchi e fragili. È una donna desiderosa e capace di dare amore, vittima e carnefice assieme, che non si dà mai vinta ed è capace di lottare e di vendicarsi. Ha conosciuto la violenza in famiglia, ha cercato sempre di avere cura della povera madre che soccombeva a un padre violento, ha capito che lei non poteva sopportare quanto sua madre e si è difesa, a modo suo.

Il dolore e la violenza che ha subito da adolescente l’hanno accompagnata nella vita matrimoniale, ha dovuto sopportare tanto, ma è una protagonista indiscussa nella vita. Faye ha costruito una ditta per riscattare sé stessa e le donne che l’hanno seguita in un progetto avventuroso e vincente. La Revenge, grazie alla condivisione con altre donne, ma soprattutto al suo talento e alla sua tenacia, è arrivata a scalare vette di successo intercontinentali.

“Per lei la Revenge era un essere di carne e sangue, che respirava, qualcosa di vivo […]. Tutte le donne sulle cui ferite e cicatrici era stata fondata la società. Tutte loro vivevano nella Revenge”.

Quando ci sono difficoltà serie per la società, trova, così, aiuto e sponda in altre donne, donne calpestate e umiliate, come è successo a lei, da maschi prevaricatori. Così, le stesse donne che avrebbero potuto esserle rivali un tempo sono risolutive per vincere, in un rapporto di sorellanza, contro il genere maschile che tenta sempre di sopraffarle.

Ali d’argento si legge in continua tensione perché la narrazione ci costringe alla suspense e ci fa scoprire un ambiente svedese tutt’altro che algido e freddo, ma intenso e passionale, a tratti scabroso. Faye si erge a paladina delle donne e riscatta sé stessa e le donne da uomini prevaricatori, violenti, approfittatori, e lo fa utilizzando qualsiasi mezzo, trascinando il lettore in un vortice di emozioni e colpi di scena. L’autrice svela un mondo che, evidentemente, conosce molto bene, essendo lei stessa un’imprenditrice di successo, fondatrice di società impegnate a promuovere l’imprenditoria femminile e a combattere contro le differenze di genere nel mondo del lavoro.