Il bambino segreto
- Autore: Camilla Läckberg
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2018
Esistono libri commerciali, ma di qualità? Troppo facile sarebbe rispondere di sì, dando per scontato che in giro possano essercene, ma senza leggerli è impossibile riuscire a rispondere con un minimo di consapevolezza a tale interrogativo.
Camilla Läckberg è tra le scrittrici di gialli più famose attualmente al mondo e i suoi libri hanno da tempo conquistato anche il pubblico italiano ed è soprattutto grazie a lei e ad altri scrittori suoi connazionali specializzati in questo genere che la letteratura svedese è diventata più popolare in Italia.
Chi conosce abbastanza la produzione letteraria svedese contemporanea (e non) sa tuttavia che esistono altri scrittori di qualità anche superiore di questa nazione che meritano di essere letti, ma ciò non toglie che autori di genere come la Läckberg meritino attenzione, non riducendoli a puri fenomeni commerciali.
Il bambino segreto (Marsilio, 2018, trad. Laura Cangemi) è il quinto volume della serie che questa scrittrice ha dedicato alle indagini investigative di Erica Falck, scrittrice di successo di romanzi gialli e del suo compagno, divenuto nel frattempo marito, Patrik Hedström, poliziotto, ambientate nella cittadina di Fjällbacka, situata sulla costa sud-occidentale svedese non lontana da Göteborg e luogo natale della Läckberg.
In esso si narra la storia del ritrovamento da parte di Erica in un baule di alcuni quaderni azzurri, di una medaglia al valore militare e di una camicia di un neonato macchiata di sangue, tutte appartenute a Elsy, la mamma della protagonista scomparsa pochi prima insieme al padre in un incidente stradale. Erica si incuriosisce per il ritrovamento di questi oggetti misteriosi e inizia a leggere i quaderni, che altro non sono che dei diari scritti dalla madre da giovanissima all’epoca della seconda guerra mondiale. In contemporanea a tale lettura inizia a indagare sul passato della mamma,animata dalla sensazione di non sapere molte cose sulla sua vita e per fare chiarezza sul mistero legato ai due oggetti ritrovati.
Tali ricerche tuttavia avvengono in un periodo molto intenso della sua vita, in quanto Erica, scrittrice di successo di romanzi gialli, è impegnata sia nella stesura iniziale di un suo libro, sia a fare la mamma della piccola Maja, che ha appena un anno.
In questo ultimo compito viene aiutata da Patrik, che entra proprio all’inizio della storia nel suo periodo di congedo di paternità, che in Svezia è piuttosto lungo e spetta di diritto anche agli uomini, in un periodo evidentemente diverso da quello riservato alle proprie compagne.
In contemporanea alle ricerche di Erica sul passato della mamma avviene anche un misterioso omicidio di un ex professore di storia in pensione, Erik Frankel, esperto della seconda guerra mondiale, al quale la protagonista si era rivolta per chiedere informazioni sulla medaglia militare ritrovata nel baule.
L’uomo, divenuto piuttosto anziano, non sembra avere particolari nemici e il ritrovamento del suo corpo senza vita da parte di due adolescenti, Adam e Mattias, che si introducono furtivamente nel suo appartamento per cercare di recuperare qualche oggetto di valore del periodo della Seconda guerra mondiale che egli collezionava, nello studio della sua abitazione si rivela fin da subito un caso non facile da risolvere.
La morte infatti si scopre fin da subito essere avvenuta in modo violento a causa di un colpo ricevuto in testa dall’uomo, che gli è stato inflitto con un busto in marmo presente nella stanza, che viene ritrovato dagli inquirenti ancora sporco di sangue e rimesso tranquillamente dall’assassino nel posto nel quale si trovava, anche se privo di impronte digitali.
La polizia della stazione della vicinissima cittadina di Tanumshede, alla quale spetta di diritto di risolvere il caso, sembra brancolare nel buio. Alle indagini non partecipa Patrik, essendo in congedo, ma fare a tempo pieno il papà non sembra andargli a genio, perché vorrebbe dedicarsi quotidianamente come prima al lavoro che ama. Le indagini sono dirette dal commissario Bertil Mellberg, burbero e non particolarmente stimato dai suoi colleghi presenti nella stazione che, in assenza di Patrik, sono Martin Molin e Gösta Flygare tra gli uomini, la nuova arrivata, la giovane poliziotta Paula Morales, svedese ma di origini cilene trasferitasi in Svezia con sua madre Rita e Annika Jansson, l’efficiente segretaria, tra le donne.
A tutti manca Patrik, tranne che al commissario e le indagini all’inizio sembrano procedere a rilento. Inventandosi sempre una nuova scusa, Patrik, nonostante il parere contrario di sua moglie Erica, riesce in qualche modo a partecipare alle indagini portandosi dietro la piccola Maja, ben accolta alla stazione di polizia, tanto da diventare una sorta di mascotte. Come accade spesso in questo genere di romanzi, anche Erica non riesce a rimanere estranea alle indagini su questo caso, anche perché si sente coinvolta in prima persona dal fatto di aver conosciuto il professor Frankel, che oltretutto non ha fatto in tempo a restituirle la medaglia e a darle una risposta sulla possibile origine della stessa.
Un momento importante è rappresentato dall’ingresso in scena di Axel Frankel, fratello della vittima, che spesso trascorre dei periodi all’estero per lavoro, il quale viene informato dagli inquirenti dell’accaduto ed è costretto a rientrare in fretta a Fjällbacka. Egli divide da tanti anni la casa di famiglia con il fratello, non essendosi entrambi mai sposati. Axel si occupa di fare giustizia su tutti i misfatti e gli orrori subiti dalle vittime del regime nazista durante la Seconda guerra mondiale, al quale egli stesso ha partecipato come membro della resistenza a fianco della Norvegia al pari di molti suoi connazionali, nonostante la Svezia si fosse dichiarata neutrale durante tale conflitto.
Le indagini da questo momento si fanno appassionanti ed Erica comincia a convincersi che ci sia un legame tra l’omicidio di Erik Frankel e il passato di sua madre, che scopre attraverso i diari che conosceva la vittima. In particolare apprende l’esistenza di una solida amicizia durante il periodo adolescenziale di un gruppetto di persone: Elsy Moström, sua madre, Britta Johansson, una bella ragazza sua coetanea, entrambe non di grande estrazione sociale, Erik Frankel appunto e Frans Ringholm, due giovanotti di famiglia borghesi.
Ai quattro inseparabili amici di quell’epoca si aggiungeva di tanto in tanto Axel, più grande di qualcun altro degli altri, ma assente da Fjällbacka e dalla Svezia, per un lungo periodo in quanto catturato e fatto prigioniero dai tedeschi nei campi di concentramento. In seguito alla lettura dei diari da parte di Erica, emerge la misteriosa figura di un partigiano norvegese del quale si sono perse le tracce, tale Hans Olavsen, che si era nascosto per sfuggire alla cattura sul peschereccio dove lavora Elof, il padre di Elsy, il quale, dopo averlo trovato, decide di aiutarlo e di accoglierlo nella sua famiglia dandogli un lavoro.
L’assassinio in seguito anche di Britta Johansson, affetta dal morbo di Alzheimer, che Erica aveva cercato di contattare sempre per avere informazioni su sua madre, convince in maniera definitiva la giovane scrittrice del fatto che sia presente un collegamento tra i due omicidi e il ritrovamento degli oggetti misteriosi nel baule.
In tutta la vicenda sembra avere un ruolo cruciale per il gruppo di amici l’esperienza della Seconda guerra mondiale, vissuta da qualcuno in modo diretto vedi Axel, chi in modo indiretto ma comunque significativo come Erik ed Elsy, il cui padre Elof contribuisce a fornire aiuto via mare a molte persone impegnate nella Resistenza e l’esistenza, nella realtà presente narrata nel romanzo, di un’associazione chiamata “Amici della Svezia” alla quale aderiscono simpatizzanti neonazisti svedesi, tra cui anche Frans Ringholm, uno dei personaggi chiave, ma tra i più oscuri del libro.
Il finale sarà sorprendente con la soluzione del caso che avviene con più colpi di scena, uno legato direttamente agli omicidi e gli altri a esso collegati, che avvengono in seguito alla scoperta di una relazione sentimentale all’epoca tra Elsy, la madre di Erica e il norvegese Hans Olavsen, elemento determinante per conferire una svolta alle indagini.
Tanti i temi trattati all’interno del libro in parallelo alle indagini poliziesche come la guerra, il razzismo, l’amore sia quello sentimentale ma anche quello familiare con particolare attenzione al rapporto genitori-figli, la maternità, la malattia e anche il parto, raccontato in maniera accurata più di una volta.
Camilla Läckberg, da madre e da donna sensibile quale dimostra di essere, è brava a mettere questo evento sempre straordinario in evidenza come segno di rinascita anche nei momenti bui e cupi dell’esistenza umana.
Vengono raccontate le complicate, vivaci, ma anche spassose vicende delle varie coppie già formatesi o che si vengono a creare nel corso del romanzo. Oltre quelle di Erica e Patrik, ci sono la storia d’amore di Anna, sorella della protagonista, con Dan, ex fidanzato della protagonista che hanno i rispettivi figli a carico avuti da precedenti relazioni, o quella molto simpatica che nasce tra il commissario Bertil Mellberg, e Rita Morales, madre di Paula. Una storia nata grazie ai rispettivi cani, che i due portano a passeggio e a un corso di salsa organizzato dalla donna.
Bertil Mellberg, innamorato, si rivela una persona meno burbera e di mentalità ottusa quale si era rivelato agli occhi dei suoi colleghi e mostrerà grazie a questo amore il suo lato migliore.
L’autrice è brava a raccontare la Svezia senza nascondere i gravi problemi legati all’immigrazione ma in particolare alla deriva razzista che già stavano sorgendo nel periodo in cui ha scritto questo libro e che sarebbero esplosi in tutta la loro gravità ai nostri giorni in questa nazione. La scrittrice, pur amandola, non rinuncia sia pur velatamente a mettere in evidenza i limiti della società svedese, il cui modello di integrazione e di rispetto della cultura di altri popoli sembra da alcuni anni non funzionare bene come prima.
Questo a causa di una scelta sconsiderata dei governi più recenti di aprire i propri confini a tutti senza distinzioni, favorendo anche l’ingresso di delinquenti che hanno fatto alzare il tasso di criminalità e violenza e scatenando l’indignazione di una parte della popolazione svedesi, che ha dato vita a movimenti xenofobi.
Il romanzo nell’insieme risulta ben strutturato e piuttosto coinvolgente raccontato in terza persona ma con Erica, la protagonista principale e il coprotagonista Patrik, che sono al centro della vicenda. La caratterizzazione dei personaggi è davvero ottima, nulla viene lasciato al caso, il lettore può facilmente affezionarsi ed entrare in empatia con ciascuno di loro, o almeno con la maggior parte, tranne forse quelli dalle tinte più cupe. L’autrice si guarda bene comunque dal giudicarli e lascia al lettore il compito di costruirsi una propria opinione su di essi e sulla vicenda, sulla base di quanto ella narra e in questo si mostra davvero brava.
Lo stile di scrittura è molto scorrevole, fluido, a tratti persino colloquiale, soprattutto nei dialoghi tra le varie coppie che animano il romanzo, ma questo senza mai far perdere credibilità e qualità alla storia.
La forza di questo giallo infatti risiede, oltre che nell’ottima struttura dell’impianto narrativo, anche nei suoi risvolti umani in quanto l’autrice è bravissima nel raccontare pregi e difetti, qualità e fragilità, rendendoli credibili e mai stereotipati, quindi reali. Tali caratteristiche consentono anche a chi non è appassionato a tale genere letterario di poter apprezzare la storia e di fruirne senza problemi, pur nella delicatezza e drammaticità di alcuni temi toccati, pur non ancora letto altri volumi di questa serie dedicate alle indagini di Erica Falck.
C’è drammaticità, ma anche capacità di strappare dei sorrisi, di donare serenità e anche di commuovere in certi momenti i lettori in questo romanzo di Camilla Läckberg, in quanto nonostante tutto, l’autrice si sforza di mettere in luce un risvolto positivo mostrando una visione molto ottimistica dell’esistenza umana. Altri aspetti degni di lode del romanzo sono la ricostruzione storica relativa alla seconda guerra mondiale con particolare riferimento al ruolo della resistenza fatta da numerosi partigiani norvegesi e svedesi e la descrizione paesaggistica della piccola cittadina di Fjällbacka, appena tratteggiata, ma comunque efficace nel sottolineare i cambiamenti stagionali che avvengono in questa piccola cittadina affacciata sul mare, che vive soprattutto di pesca e turismo.
Uno dei pochissimi limiti che si possono notare nel romanzo, che si può configurare come cifra stilistica dell’autrice, è forse la scelta di raccontare molto i fatti che avvengono attraverso spiegazioni continue, lasciando poco spazio all’immaginazione del lettore. Chi ama poco questo tipo di scrittura potrebbe trovare un po’ troppo lunghe e superflue che allungano il romanzo, ma chi scrive ritiene che sia tuttavia un limite trascurabile e quindi facile da accettare.
Le polemiche legate alla qualità non eccelsa della scrittura di Camilla Läckberg, risultano per chi scrive, decisamente sterili e senza particolare fondamento. Si può essere "narratori senza essere degli stilisti", parafrasando un’espressione usata proprio dall’autrice in risposta a tali contestazioni più recenti mosse nei suoi confronti da critici e lettori, in quanto la letteratura è caratterizzata dalla presenza di scrittori che sono prima tutto persone che raccontano storie che risultino significative per il pubblico.
Questo non deve per forza avvenire attraverso un linguaggio aulico e una prosa raffinata, ma anche attraverso un racconto fluido, efficace, consono alla storia che si desidera raccontare. Saper assolvere questo compito significa già essere degli ottimi scrittori, perché uno stile soltanto in apparenza semplice non è sinonimo di poca qualità, ma rappresenta un modo in cui l’autore si caratterizza e si identifica cercando di entrare in contatto con il proprio pubblico.
Il successo di Camilla Läckberg nel panorama letterario internazionale, non può essere quindi essere considerato immeritato, né tantomeno casuale. La sua vena creativa, la sua capacità di raccontare la Svezia di oggi, ma più in generale l’odierna situazione del mondo occidentale e dei suoi cambiamenti sociali, con schiettezza, onestà intellettuale e sapienza narrativa sono qualità indiscutibili frutto di un sapiente lavoro artigianale, mirato a costruire dei buoni romanzi commerciali ma senza tralasciare i dettagli e i contenuti e di conseguenza la qualità.
Il bambino segreto è stato pubblicato per la prima volta in Svezia nel 2007 con il titolo originale “Tyskungen” (che letteralmente significa “il Re tedesco”). In Italia è uscito per la prima volta nel 2013 grazie alla casa editrice Marsilio, che l’ha inserita nella celebre collana “GialloSvezia” dedicata ai maggiori scrittori svedesi di questo genere. In seguito questo romanzo è stato pubblicato anche da Feltrinelli in una prima edizione nel 2018 nella collana Universale Economica Feltrinelli.
Un libro commerciale in sostanza di ottimo livello nel suo genere e che consente di soddisfare il desiderio di quanto amano la letteratura di genere ma anche chi ama riflettere e immergersi in una storia dai molti risvolti nei quali il giallo, può essere considerato anche un ottimo espediente narrativo per toccare con intelligenza temi più significativi, senza mai la pretesa di dare delle risposte.
Camilla Läckberg, donna intelligente ma anche determinata e umile, capacità che le hanno consentito di arrivare al grande pubblico con la credibilità e l’efficacia delle sue storie sempre piene di umanità.
Un’umanità, una gentilezza e una simpatia, che chi scrive, ha avuto il piacere di constatare di persona in occasione della presentazione di un un suo libro in Italia nel festival letterario PordenoneLegge nel 2012.
Trovare una corrispondenza tra la qualità di un romanzo, per quanto sia definito “commerciale” e lo spessore umano della sua autrice, non è facile e questo va considerato un ottimo connubio che rende Camilla Läckberg una scrittrice e una persona di autentico valore.
Il bambino segreto. I delitti di Fjällbacka (Vol. 5)
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