Il miraggio di Camilla Läckberg, Henrik Fexeus

Ecco la coppia consolidata di Camilla Läckberg e Henrik Fexeus proporsi con il terzo volume della trilogia dedicata alla poliziotta Mina Dabiri e al mentalista Vincent Walder, compagni di avventure ai limiti della ragione, tra realtà e illusione.
Il libro, Il miraggio, pubblicato da Marsilio con la traduzione dallo svedese di Laura Cangemi, ci ripropone i personaggi della squadra della polizia di Stoccolma guidata da Julia.
Nel libro precedente, La setta, uno degli uomini di punta, Peder, era morto in servizio: ora Adam, Christer, Reuben, e la stessa Mina sono costretti ad affrontare il nuovo caso senza di lui; è quasi Natale, e nei sotterranei della metropolitana di Stoccolma, dove vive una strana comunità di homeless che ha stabilito nei cunicoli la propria dimora, tra sporcizia, topi e gelo, vengono ritrovati mucchietti di ossa, puliti e spolpati: prima uno, poi altri scheletri, ricomposti quasi per un rito tribale, una sorta di tomba sotterranea.
Mina, che aveva ritrovato la figlia Nathalie, sta trascorrendo qualche ora serena con il padre della ragazza, il suo ex marito che è divenuto ministro dell’interno, Niklas. Durante la cena della ritrovata famiglia, è il 17 dicembre, l’uomo riceve un pacchetto che contiene solo un numero di telefono: una voce registrata gli annuncia che mancano quattordici giorni e poche ore alla sua morte annunciata. Niklas, personaggio potente della politica svedese, sa che quella voce non mente.

Da qui parte una storia che per oltre seicento pagine trascina i lettori in un vortice nel quale si stenta a distinguere la realtà e dall’illusione, la ragione dalla fantasia. C’è Mina che, malgrado la fobia per l’igiene e la paura della contaminazione da batteri, di fronte all’amore per la figlia ritrovata e all’attrazione per il mentalista Vincent è disposta a venir meno alle sue tetragone abitudini, accettando prove ai limiti dell’umano. E Vincent, chiamato ancora una volta a collaborare con la polizia, mette la sua mente speciale al servizio della giustizia attirato come una calamita dalla personalità di Mina, della cui vicinanza non riesce più a fare a meno, malgrado anche lui sia perseguitato da “un’ombra” che infierisce su di lui e sulla sua numerosa famiglia.

La storia segue i cunicoli oscuri del sottosuolo della capitale svedese, ma anche i cunicoli della mente umana, che si propone in modo del tutto imprevedibile, come si vedrà nello sconcertante finale del romanzo.
Anche questa volta le sorprese non mancano, i rapporti interpersonali tra i personaggi subiscono un’evoluzione, ci si trova di fronte a pezzi di passato del tutto sconosciuti che aiutano a capire meglio cosa sia avvenuto nel lontano passato di tutte le vittime di cui restano solo ossa pulite, lucide, che solo le tecniche aggiornate dei patologi riescono a identificare.
Chi ha letto i precedenti romanzi della coppia consolidata di autori non può mancare questo appuntamento, anche se, temo, ormai si è raccontato tutto e più di tutto: gli stessi autori, nei ringraziamenti finali, dichiarano:

Il grazie più grande va alle nostre star, Vincent Walder e Mina Dabiri. Ci addolora un po’ il pensiero che non ci rivedremo più, ma vi auguriamo ogni bene per il futuro…

Il loro lavoro su questi personaggi dunque si è concluso, brillantemente.