All’inseguimento del gatto perduto
- Autore: Caroline Paul
- Genere: Amanti degli animali
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2015
All’inseguimento del gatto perduto (Salani 2015, titolo originale Lost Cat, traduzione di Guido Calza, illustrazioni di Wendy MacNaughton) è “la storia vera di amore, disperazione e tecnologia GPS”, come recita il sottotitolo del volume scritto dall’autrice statunitense Caroline Paul, laureata alla Stanford University, dove ha studiato Comunicazione.
“Un giorno l’aereo su cui volavo precipitò”. A San Francisco, in un giorno d’estate, Caroline, di circa cinquant’anni, stava pilotando un aereo ultraleggero che era composto “soltanto da un po’ di tela di vele, qualche tubo di alluminio e il motore di una falciatrice” che veniva chiamato “aereo sperimentale”. Purtroppo, in quel particolare giorno, l’esperimento andò decisamente male. Infatti la donna, in seguito alla caduta dell’ultraleggero, si era ritrovata in ospedale dove i medici avevano riscontrato, oltre a contusioni varie, la frattura della tibia e fibula. Grande era stato lo sconcerto di Caroline anche perché Tibby (Tibia) e Fibby (Fibula) erano i nomi dei suoi amati gatti, due felini tigrati di tredici anni. La compagna di Caroline, Wendy, le stava vicino in ogni modo, “mi portava il gelato e le coppette di budino”, e assicurando la donna che i gattini stavano bene. Il loro rapporto si era instaurato da pochi mesi “eravamo ancora in quella fase in cui l’amore non obbedisce a nessuna delle regole note della fisica”, mostrando a entrambe il loro lato migliore. Dopo alcune settimane di ospedale Caroline, con le stampelle e piena di analgesici, era stata dimessa. I suoi gatti miagolavano felici al suo arrivo a casa. Con la loro tipica astuzia felina, i micioni avevano intuito che la loro padrona, a causa della sua temporanea invalidità, era tutta per loro, in qualsiasi momento. Fibby e il fratello Tibby chiedevano grattatine sulle orecchie e le accarezzavano il volto con i baffi facendo le fusa. Fibby era di natura piena di energia e socievole, sempre desiderosa di attenzioni umane. Al contrario Tibby era timido e ansioso nonostante la sua andatura da tigre. I rumori forti lo intimorivano e scappava di fronte agli estranei. Le settimane passavano e Caroline trascorreva la sua convalescenza immobile, intontita dai farmaci, in compagnia non solo dei gatti e della sollecita Wendy, ma anche di una latente depressione. Fortunatamente, i suoi gatti le ricordavano che prima della rabbia e del danno c’era vita e che prima o poi sarebbe tornata in perfetta salute. Ma proprio allora l’insicuro Tibby sparì. Come scrive l’autrice in una nota iniziale
“Questa è una storia vera. All’epoca non prendemmo nota con precisione dei dialoghi e dell’ordine esatto degli eventi, ma abbiamo cercato di ricreare quel periodo al meglio delle nostre umane possibilità.”
Chiunque abbia un animale è consapevole che quando scompare “vai nel panico” immaginando gli scenari peggiori. La scrittrice americana, con ironia e sentimento, ricostruisce la cronaca della sparizione del suo gatto. Solamente alla fine della sua avventura Caroline scoprirà che a una creatura indipendente come un gatto è quasi impossibile imporre la propria volontà:
“Sentivo il bisogno di essere distolta dalla sgradevole consapevolezza di non bastare al mio gatto, e che mi tenesse dei segreti”.
Caroline Paul, con uno stile colloquiale e coinvolgente, con il contributo delle bellissime e dettagliate illustrazioni di Wendy MacNaughton, parla della perdita e della morte che nella vita sono inevitabili e delle conseguenze che comportano.
“Sono sicura che mi vorranno bene qualunque cosa accada”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: All’inseguimento del gatto perduto
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