Alla fine ho deciso di vivere - Jean
- Autore: Louis Trintignant
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2012
Abbiamo in testa Trintignant mentre su una Lancia Aurelia, guidata da Gassman, solca le strade vuote del giorno di ferragosto. Era il 1962. Un film capolavoro. Il film racconta la giornata di uno studente che trascorre in compagnia di un tipo piuttosto sbruffone: "Il sorpasso". Il giornalista chiede a Trintignant se il successo del film gli ha aperto una strada di successo in Italia. L’attore dice:
"Sì, ma non ho mai pensato di costruirmi una carriera italiana. Tornavo sempre in Francia, e in Italia non mai interpretato due film consecutivamente. Del cinema italiano amavo il lato artigianale, avevano un disprezzo totale per il suono però, anche Fellini girava senza sonoro".
Uomo molto meticoloso, pignolo all’inverosimile, l’attore ha avuto molti disastri privati nella sua vita. La più orribile fu la morte di Marie, sua figlia, anche essa attrice, uccisa di botte dal suo compagno, il cantante dei Noir Bertrand Cantat.
L’attore sopravvive a questo avvenimento e in questo libro intervista ce lo dimostra.
Quando ha recitato in "Piace a troppi" con Brigitte Bardot, che genere di attrice era?
"Non era straordinaria, ma era molto intelligente, molto di più di quanto sembrasse. Faceva cinema perché il regista Roger Vadim, che era un uomo molto ambizioso, la spingeva a diventare una star".
Fa L’Amleto a teatro, poi la parentesi italiana. Durante le riprese de "Il Conformista" di Bertolucci la sua seconda figlia Pauline muore a soli due anni per un rigurgito.
Un uomo provato dai lutti familiari, molto dedito al suo lavoro, famoso anche per il sentimentale "Un uomo, una donna" di Claude Lelouch, faceva un film dietro l’altro.
Ritroviamo anche l’odio per il parigino doc:
"Troppo spesso il parigino DOC vuole apparire più intelligente di quanto non sia. Per questo che adoro la provincia, dove la gente coltiva sentimenti semplici, invece che certezze".
Nonostante la morte anche dell’altra figlia, l’attore continua a lavorare, sempre più provato. Ama la poesie di Lorca e le automobili.
Amante del buon vino compra dei vigneti e continua a fare film, legge poco i quotidiani, legge poco i contemporanei, ma solo i romanzi russi.
Sul fatto di essere vecchio e sul rapporto con la morte (è nato in Provenza nel 1930) dice:
"A pensarci bene, non mi piace il patetismo ostentato da alcuni. Ai miei funerali non vorrei sentire grandi discorsi. Non ci sarò più, punto, tutto qua!".
Lunga vita a Jean-Louis Trintignant.
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