Alla morte si arriva vivi di Daniele G. Genova

Colletta Di Castelbianco, un paesino dell’entroterra ligure: cosa potrà mai accadere in un paese dallo scenario all’apparenza così tranquillo, per non dire soporifero? Colletta, in realtà, è il primo cyber-villaggio d’Europa. Lo raggiungono artisti, miliardari, manager senza scrupoli. Insomma, qualunque persona disposta a tutto per il famoso (famigerato?) quarto d’ora di fama.

In questa città Auguste Vitrand perderà in un colpo solo il migliore amico e la donna amata solamente a causa sua e di una guerra che lui stesso ha scatenato: le linee si sono intersecate e ora lui è in piedi al centro del bersaglio. Don Rinuccio, il boss che lui vuole denunciare, non esiterà a usare qualsiasi mezzo per levarsi di torno quello scomodo sassolino nella scarpa.

Daniele G. Genova ci narra una storia semplice da seguire e, proprio per questo, intrigante. Alla morte si arriva vivi (Aliberti, 2004) sono pagine che scivoleranno veloci sotto il nostro sguardo e i personaggi ben definiti si manifesteranno attraverso dialoghi secchi e precisi.

Un libro dedicato a chi ama l’azione, ma anche i lettori più restii troveranno, tra queste pagine, pane per i loro denti. Dulcis in fundo, uno splendido regalo: la prefazione curata da Andrea G. Pinketts, un grande artista e un uomo immenso la cui morte prematura ci rattrista immensamente. Alla morte si arriva vivi è un libro che si lascia leggere volentieri, che non chiede nulla e dà molto. Con queste premesse, costa potrebbe andare storto?