Allarme rosso. Dall’anticomunismo democristiano a quello berlusconiano
- Autore: Non disponibile
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2011
A cura di LANFRANCO PALAZZOLO.
Lo spettro comunista si aggira ancora per l’Europa. Errabondo come quello dell’Olandese Volante, è il babau ideologico più evocato dalla politica vetero-conservatrice. Il leggendario spauracchio che nemmeno l’implosione del muro di Berlino e vent’anni e passa di morte dell’ideologia sono riusciti a esorcizzare. E’, in altre parole, la storia che si ripete in senso pregiudiziale.
“Dall’anticomunismo democristiano a quello berlusconiano” recita - non a caso - il sottotitolo di “Allarme rosso” (Nuovi Equilibri, 2011), libello anonimo di diamantina fattura anti-PCI che il giornalista radicale Lanfranco Palazzolo riesuma mirabilmente dall’oblio della storia. Redatto nel novecentocinquantatrè del secolo scorso, l’originale "Allarme rosso" è la summa esemplare dei tabù che accompagnano ab origine i socialcomunisti italiani: filosovietici, infidi, dittatoriali, immorali, e chi più ne ha più ne metta. Un libretto rosso di pensieri cattivi sui discendenti di Marx in forma ucronica, scritto senza il talento di un Philip Dick e nemmeno il pretesto della fantascienza (e se la storia fosse andata in maniera diversa?). Qui si ipotizza la vittoria dei “rossi” togliattiani alle elezioni del quarantotto, con tutto ciò che di illiberale, criminoso, lacrime e sangue, tragico, ne consegue per la Nazione e il suo popolo-bue. Il pamphlet propagandistico si trascina per una sessantina di pagine alquanto rozze, scritte in stile quaresimale, impiegatizio, ottenebrato dalla causa benpensante, esempio classico di come la paura non solo faccia novanta ma aiuti anche i moderati a vincere le elezioni. Roba museale, ossessioni d’altri tempi, verrebbe da sperare, non fosse che gli strali mascherati da fantapolitica, qui all’indirizzo di Nenni e Togliatti, grondano spesso dei medesimi toni ignominiosi di certe invettive dei nostri strani giorni. Dai vecchi filo-bolscevichi alla neo consorteria vendoliana-bersaniana il passo sarebbe alquanto breve.
Chi ha ancora orecchie per intendere è bene che intenda, dunque, traendo spunto dalla lettura di questo libricino grottesco, calunnioso, inquietante quanto si vuole, ma reso propedeutico dall’accurata azione di recupero & “traduzione” di Palazzolo, che lo compendia di un nutrito apparato di note (che inquadrano il periodo storico) e riferimenti ai politici, tirati in ballo loro malgrado dal fantasioso j’accuse. Ottima e puntuale l’introduzione del politologo Giorgio Galli.
Allarme rosso. Dall'anticomunismo democristiano a quello berlusconiano
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