Alle porte della notte di Paolo Roversi

Alle porte della notte (Marsilio, 2019) di Paolo Roversi vede due rapine avere luogo, due rapine divise da quindici anni di distanza, ma legate da alcuni particolari.
Via Montenapoleone, lusso, sfarzo, benessere. Negozi che ospitano oggetti meravigliosi, uno solo di essi può valere più di tutti gli stipendi di una vita media.
Una bella rapina sistemerebbe i pensieri di chi non ha decisamente voglia di alzarsi (o andare a letto) all’alba per poter vivere. Certo, tra sistemi d’allarme e forze dell’ordine la cosa assume un sapore utopistico, eppure qualcuno ci crede lo stesso…
Una rapina strana, a dire il vero: i due malviventi si fanno chiamare con nomi di mesi e il proprietario del negozio, assente proprio in quei concitati frangenti, sembra sapere più cose di quel che dovrebbe… Comunque la rapina riesce, non senza imprevisti. Tipo uno dei due furfanti ferito e talmente vicino alla morte da…

A indagare saranno chiamati il buon Enrico Radeschi, abile hacker e il vicequestore Sebastiani. La rapina sembra come tutte le altre o meglio, come un’altra…
E in effetti i due indagando scoprono un nesso con un evento simile accaduto diversi anni prima. Una rapina fatta nel Diamond Center di Anversa.
Detta così non si direbbe, eppure i punti in comune affioreranno lentamente, ma inesorabilmente, portando i nostri su di una pista che potrebbe portarli al famigerato punto di non ritorno…

Paolo Roversi non è certo un novizio, quando parliamo di gialli. Oltre ad averne scritti diversi è anche il fondatore del Festival Nebbia Gialla che si tiene ogni anno in quel di Suzzara.
Alle porte della notte è soltanto l’ultimo fulgido esempio della sua arte, uno stile narrativo fresco e incisivo, che ci prenderà per mano, ma che, ogni tanto, rischierà di farci uscire di strada, a causa della sua schiettezza e del suo essere senza filtri.
Un libro nel quale sarà facilissimo identificarsi, per questo lo considereremo immediatamente nostro amico.