Oggi 27 marzo si celebra la Giornata mondiale del Teatro, istituita a Vienna nel 1961 nel corso del IX Congresso internazionale del teatro su proposta del drammaturgo finlandese Arvi Kirvimaa. In occasione di questa ricorrenza non possiamo fare a meno di ricordare una delle tragedie più rappresentate al mondo, tradotta in quasi tutte le lingue esistenti: l’ Amleto di William Shakespeare.
L’opera di Shakespeare dedicata al principe di Danimarca è entrata a tal punto nell’immaginario collettivo da generare persino dei mutamenti linguistici plasmando la lingua a propria immagine e somiglianza. Non è raro sentire il termine amletico, spesso associato al celebre Dubbio (“ho un dubbio amletico”), ma non tutti conoscono il significato.
L’attualità della tragedia shakesperiana risiede proprio nella sua capacità di descrivere - e riflettere - lo smarrimento e l’inquietudine universale dell’uomo moderno. Questo effetto “specchio” ha fatto in modo che Amleto divenisse l’incarnazione di una specifica ideologia esistenziale condensata nel celebre monologo Essere o non essere.
Nel dramma del Bardo vengono anticipati molti temi della psicanalisi contemporanea, per la prima volta si spalanca l’abisso imperscrutabile dell’Io con tutti i suoi segreti inesplicabili e i suoi insondabili misteri. Al motivo psicologico si aggiunge inoltre quello filosofico, poiché Amleto è alla ricerca di una Ragione, di un motivo, in sintesi dello statuto ontologico dell’Essere. Dinnanzi alla crisi di ogni certezza, di ogni punto di riferimento, l’uomo si rifugia nel pensiero e ricerca nella ragione un fondamento all’esistenza. Amleto a furia di andare a caccia di spettri diventerà un fantasma lui stesso, la sua ricerca ostinata di un senso degenererà nella follia: la ragione trova spiegazione nella finzione, proprio come per William Shakespeare l’esistenza diventa teatro. Ne l’Amleto viene messo in scena il palcoscenico della vita, con le sue luci e le sue ombre, le sue contraddizioni, i suoi giochi di potere.
Nel termine amletico troviamo il riflesso di questa concezione, motivo per cui non può essere usato a cuor leggero. Scopriamo origine e significato di questa parola derivata dalla tragedia di Shakespeare e ormai entrata nel linguaggio comune.
Amletico: origine e significato del termine
Cosa significa amletico? Il termine deriva proprio dal personaggio di Shakespeare e ne riassume le caratteristiche caratteriali e comportamentali. Amletico significa irresoluto, dubbioso, contraddittorio, ambiguo, tentennante.
È un termine che riflette la condizione di smarrimento e incertezza dell’eroe shakespeariano, il primo personaggio teatrale in grado di riflettere la crisi di un mondo e di un intero sistema di valori. La tragedia incarna questo controsenso, questo scricchiolio tra la volontà di agire e l’esigenza di adattarsi alla realtà. Il dissidio vissuto da Amleto è la tragedia dell’uomo moderno che ha perduto ogni punto di riferimento, ogni morale, e sente che il suo destino è riposto nelle sue stesse mani impotenti.
Nel primo atto dell’Amleto Shakespeare scrive:
Time is out of joint.
Letteralmente: il tempo è fuori controllo, il tempo è scardinato. Il drammaturgo inglese faceva riferimento alla crisi della tradizione, all’uscita dai canoni prestabiliti, ma questa definizione è perfettamente applicabile anche al nostro presente in balia di crisi climatica, guerra, pandemie e di un futuro incerto.
Amletico come riflesso dell’uomo moderno
L’Amleto di Shakespeare è continuamente riadattabile al contemporaneo, rappresentazione dopo rappresentazione. Questa plasmabilità si riflette nella lingua stessa, in cui amletico ormai non designa solamente il fatidico dubbio, ma anche una personalità, un tratto del carattere, un vero e proprio modo di essere.
“Amletico” è un termine che riflette l’incarnazione stessa del dubbio, dello smarrimento, di una ricerca di senso tanto ostinata da sconfinare nella follia. Una definizione che può essere associata, in definitiva, non solamente a un tratto caratteriale (dubbioso, tentennante, ambiguo) ma all’uomo stesso. Parafrasando Shakespeare potremmo dire che l’uomo contemporaneo, che vive nel ventunesimo secolo, è amletico.
L’opera shakesperiana è stata spiegata dalla critica come una “tragedia del pensiero” e proprio in questa definizione si riscontra tutta la sua verità e attualità. Essere o non essere, il conflitto tra l’uomo e il nulla, tra la disperata necessità di agire e il limbo paralizzante dell’inazione: questo dissidio esistenziale va ben oltre il dubbio e si condensa nel termine assoluto che, come l’universo, tutto racchiude “amletico”.
William Shakespeare mise in scena questo conflitto, nel lontano seicento, rivelando al mondo intero il segreto insito nell’arte teatrale: la vita è rappresentazione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Amletico”: che significa? Dalla tragedia di Shakespeare all’uso comune
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