Amore e catastrofi
- Autore: Claire Dederer
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sonzogno
- Anno di pubblicazione: 2018
Le donne piangono, per tante ragioni, di dolore, di rabbia, di gioia, di malinconia. Piangono quando sono da sole, piangono quando stanno insieme. Se ricordano, se hanno dimenticato. Claire Dederer lo fa constatando quanto è riuscita a realizzare se stessa, giornalista americana e critico letterario, che vive in un’isola nei pressi di Seattle col marito e due figli. Scrive per testate prestigiose e firma anche libri, memoir come “Amore e catastrofi. Diario di una ex ragazzaccia”, pubblicato da Sonzogno (288 pagine, 17 ero) ad ottobre 2018.
Confessa di avere impiegato cinque anni per portarlo a termine e dice di dovere tanto a tante persone gentili e intelligenti, per essere riuscita a farlo. In appendice, dedica loro un ringraziamento sincero e brioso, senza trascurare questa volta la babysitter dei suoi figli, puntello fondamentale per la stesura del primo titolo della sua carriera di saggista autobiografica, “Il cane a testa in giù” (Sonzogno, 2016) insolita riflessione sull’utilità dello yoga per una mamma lavoratrice, che si insegue, ma non si trova e non ha tempo da dedicare a sé.
Nel mezzo del cammino della sua vita, a cominciare dai 44 anni Claire ha deciso di ricostruire il vissuto personale, andando a rintracciare venti diari di altrettanti anni di vita, scatole di lettere e appunti, pacchi di fotografie. Vi ha ritrovato se stessa moglie e mamma ed anche un passato caotico di “disastro di ragazza”, di “anima in pena”, un po’ “piratessa disinibita” un po’ “puttanella sprovveduta”. Tutte espressioni sue, virgolettate, come sue sono le lettere che rilegge, piene di disegnini, dichiarazioni d’amore e inutili ghirigori. Le foto invece sono “stupide e meravigliose”: tutti sembrano più magri nel corpo e più pieni in faccia di quanto siano adesso.
I diari sono fantasticherie intricate, collezioni di “contorte riflessioni su se stessa”, involute, spiraleggianti. Eccola qui, di nuovo, “quell’orribile ragazza”, tutta eccitanti e trasgressioni. Ma Claire è cambiata, da adolescente bulimica di sesso negli anni Ottanta è diventata una donna matura, sorpresa dal mancato tramonto della sua sessualità, ora profondamente diversa da quella degli anni giovanili e che la spinge a testare emozioni, esperienze e incontri. Tornano a farsi sentire impulsi che credeva sopiti da tempo, in maniera definitiva.
È più o meno in modalità milf che si mette a caccia di novità, sentendo riaffiorare dentro di lei la ragazza sregolata cresciuta ai tempi della grande rivoluzione sessuale. È nata alla fine degli anni ‘60 e la sua crescita è stata segnata dal divorzio dei genitori, nel 1980. 21 giugno 1983, sedici anni. Scrivo solo di ragazzi, ragazzi, ragazzi.
Nel 1973, la borghesissima madre aveva lasciato il suo rispettabile padre per andare a vivere con un hippie otto anni più giovane di lei, capelli lunghi fino al collo, barba interminabile da farci le treccine, come in effetti Larry faceva. Durante l’anno, la strana coppia, con Claire e il fratello maggiore Dave al seguito, viveva nella casa ch’era stata dei genitori a Seattle, ma d’estate la vita selvaggia che piaceva a Larry aveva il sopravvento e andavano a stare dovunque: baracche, barche, tende nei boschi, perfino una specie di pollaio.
In una sorta di autocoscienza, rievoca “i ritmi quasi coniglieschi di attività sessuale” della se stessa adolescente, tra il 1980 e il 1985. Ed ora si ritrova travolta da pulsioni adolescenziali insospettabili. Le prime esperienze complete risalgono ai 16 anni: nessun piacere provato, nessuna emozione particolare e rovesciamento di orbite, che invece osservava nei suoi partner. Sentiva di esercitare magnetismo sugli uomini. Esauriti tutti i soggetti degni del minimo interesse a scuola, aveva dovuto ampliare il giro. Era facile venire rimorchiata dagli adulti nei bar, sembrava non aspettassero altro che farsi adescare da un’adolescente. Era una cosa orribile da parte loro, ma non vedeva malvagità in questo atteggiamento e adorava il potere che le dava questa attrazione, che li rendeva quasi succubi di lei.
La donna di mezza età di oggi rilegge quelle sensazioni, le rielabora, indirizzando idealmente al regista Roman Polanski due lettere di rimprovero, per la violenza ai danni della tredicenne Samantha Geimer nel 1977. Un processo famoso, per un caso scabroso, che per Claire rappresentata il simbolo universale della redenzione delle bambine. Del resto, negli anni ’70, le vittime della rivoluzione sessuale furono i bambini, sostiene.
E poi c’erano le droghe.
Ci facevamo di acido in continuazione, dal primo anno di Università. Era abituale, come fare i compiti, come studiare.
Ritrovare nell’età della menopausa (viaggia verso i 52 anni) la se stessa sessualmente onnivora di trent’anni prima è una specie di rito catartico. La sorprende la compulsione verso i flirt, ai quali si abbandona platonicamente, ad ogni viaggio di lavoro del marito giornalista. Vorrebbe essere come le donne africane, che alla fine dell’età fertile si rilassano, tornano dodicenni, si tranquillizzano. Vorrebbe non essere un’occidentale stressata, affannata, ossessionata. E, magari, vorrebbe anche piangere. Quando ci vuole, ci vuole.
Amore e catastrofi. Diario di un'adolescente di mezza età
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