Amy Snow
- Autore: Tracy Rees
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2016
“Amy Snow” (Neri Pozza, 2016, traduzione di Ada Arduini) è il romanzo storico dell’autrice nata nel Galles e laureata a Cambridge, Tracy Rees che ha scritto diversi saggi prima di partecipare al premio indetto dal Richard & Judy Bookclub, il cui libro selezionato tra migliaia di partecipanti, è diventato il caso editoriale dell’anno.
“Ti imploro di seguire le mie tracce”.
Un personaggio coinvolgente, una storia che cattura, il legame di affetto e amicizia tra due donne capace di durare oltre la vita. Nel romanzo dedicato “Ai miei genitori, con amore”, l’autrice tesse con perizia una trama che ha al centro una caccia al tesoro. Per Amy Snow, trovatella triste e sola, che non aveva un compleanno da festeggiare, giacché
“la tua nascita non è cosa che meriti di essere celebrata”
era imperativo decifrare quelle tracce che la sua benefattrice le aveva lasciato per comprendere sia le sue origini, sia un segreto che affondava le sue radici nel passato.
Hertfordshire. Gennaio 1831. Hatville Court.
“Era una di quelle giornate sfavillanti che promettono un assaggio di paradiso”.
La neve non cadeva più ma presente sul terreno mandava riflessi argentei, il sole sfolgorava e il cielo era di un azzurro intenso. Aurelia Vennaway, figlia unica di Lord Charles e Lady Celestina Vennaway, famiglia più in vista della contea, passeggiava all’interno della tenuta appartenente al suo casato da tempo immemorabile. Seduta su di un ramo ad ascoltare i rumori della natura intorno a lei, all’improvviso la giovane aveva udito uno strano grido, un suono simile al canto di un folletto. Cercando l’origine del suono Aurelia era giunta alla sommità di una collina. Davanti a lei, nella neve, “si agitava qualcosa di glabro e azzurrino”. Era una neonata minuscola, un piccolo essere umano che Aurelia aveva subito tirato su dalla neve avvolgendola nella sua mantella e stringendola a sé. Chi poteva aver mai abbandonato una neonata nuda ai margini di una foresta inospitale?
Hertfordshire. Gennaio 1848. Una “figuretta devota e solitaria in gramaglie” si stava allontanando dalla tomba di Aurelia Vennaway e da Hatville Court, splendida dimora ma lugubre e altera,
“l’unica casa, per quanto inospitale, che abbia conosciuto”.
Soltanto il giorno prima, dopo “la ripugnante cerimonia del funerale” si era tenuta la lettura del testamento di Aurelia nello studio della magione. Ad Amy Snow
“amica autentica e devota compagna dei lunghi anni della mia infermità”
la nobildonna lasciava dieci sterline, il suo anello d’oro e di granati e il suo album di bozzetti più recente. Amy aveva fatto i bagagli nell’istante stesso in cui Aurelia era trapassata perché era malvista dal resto dei Vennaway, ma il signor Clay, il maestro del villaggio, aveva consegnato ad Amy un pacchetto che recava la familiare calligrafia di Aurelia dove vi era tracciato il nome “Amy Snow”, redatto con il suo inchiostro viola favorito. La diciassettenne aveva aperto con impazienza l’involucro che conteneva all’interno un fascio di banconote (100 sterline) e una lettera che Amy aveva letto nella sua stanza presso la locanda “Rose and Crown”.
“Mia preziosissima Amy, nonostante fossimo e siamo molto vicine, ci sono segreti che ti ho celato. Ti ricordi, mia diletta, quand’eri piccola e ti divertivo inventando per te delle cacce al tesoro? Sei al principio della mia ultima caccia al tesoro per te. Pensa alle mie lettere (perché ce ne saranno molte) come a degli indizi: ciascuna ti condurrà alla successiva. Qual è la mia prima istruzione per questa caccia al tesoro? Recati a Londra, mia cara. Questa è la tua prima meta, quando vi giungerai, cerca una libreria che si chiama Entwhistle...”.
Amy Snow
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