Anima e spirito nell’uomo e nell’animale
- Autore: Rudolf Steiner
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Il filosofo Rudolf Steiner è stato il fondatore dell’antroposofia o scienza dello spirito. Nella sua attività divulgativa ha lasciato seimila conferenze stenografate che non ha potuto correggere. Rivedute nella forma, esse vengono via via pubblicate.
Molto interessante è il piccolo libro Anima e spirito nell’uomo e nell’animale (Editrice antroposofica, pp. 62, 2014, traduzione di Francesca Lingua) che ne contiene due, tenute dal maestro nel 1910 a Berlino.
Sappiamo che la Chiesa Cattolica nega addirittura che l’animale possieda un’anima, intende con questo termine l’esistenza non solo della vita affettiva, ma anche ovviamente del pensiero astratto, della possibilità di formulare concetti, dell’intelligenza, in sintesi di una vita spirituale individuata.
Steiner invece compie una netta distinzione fra anima (vita di sensazione ed emozione vissuta nell’intimo) e spirito, estrinsecato fuori di sé e scoperto nel mondo, nelle leggi di natura. Anch’egli afferma che l’animale, non possedendo un io, essendo legato alla corporeità e dipendente in toto dalla vita degli organi, cessando la vita del corpo non può sopravvivere come anima individuale. Ma il singolo animale fa parte di un’anima di gruppo che
"risuscita di continuo nella specie, che continua a vivere nella specie.”
L’animale ha una vita istintuale e sentimentale enormemente più potente della nostra, gode e patisce più di noi.
Poiché gli animali nascono forniti di competenze complete, date direttamente dal divino (non devono imparare a parlare, a muoversi in stazione eretta, cosa che l’uomo, nato "inabile", deve acquisire con la pratica intelligente e attraverso la cultura) hanno conoscenze innate che l’uomo deve necessariamente apprendere, le quali non fanno parte del suo bagaglio ereditario né sono trasmissibili biologicamente. Un esempio di competenze istintive, fra i moltissimi, è la vespa, che da migliaia d’anni sa fabbricare la carta con cui costruisce il vespaio. L’uomo l’ha scoperta in tempi relativamente recenti della sua storia.
Lo spirito è individuale e unico, come unica è la forma del cranio, della fronte; poiché l’uomo è sganciato, indipendente dalla vita organica ma vi si compenetra, è logico credere nella sua immortalità, oltre la materia. L’io trapassa da incarnazione a incarnazione.
Qui va ricordato che l’antroposofia considera l’essere quadripartito, formato da quattro corpi, uno materiale tridimensionale comune ai regni minerale, vegetale, animale e umano, più altri tre: corpo eterico che sviluppa le forme, le mantiene e dà energia, posseduto da piante, animali e uomo; la morte consiste nel distacco e dissoluzione dell’eterico dalla materia densa.
Segue il corpo astrale o affettivo, incarnato in animali e noi; infine il corpo mentale o io, eterno e immortale, posseduto unicamente dall’uomo. I corpi sono composti di sostanza via via più sottile, fino all’indivisibile e autocosciente io.
Il libro affascinante, avvincente, sintetico, è una fonte di riflessione e meditazione. Accresce l’amore verso gli animali, la loro valorizzazione e il desiderio della loro protezione. Di più, è anche una testimonianza dell’unità del Tutto, spirito universale creatore in cui siamo.
Steiner in chiusura cita alcuni versi splendidi di Goethe, per sottolineare la nostra eternità:
"Nessuno può dissolversi nel nulla! / L’eterno nel suo moto si continua in tutti, / Nell’essere mantieniti felice!”
Anima e spirito nell'uomo e nell'animale
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