Calendario dell’anima
- Autore: Rudolf Steiner
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2016
Il Calendario dell’Anima di Rudolf Steiner (Edizioni Arcobaleno, 2016, traduzione dal tedesco di Aldo Bargero) è uno di quei libri di meditazione forti, incisivi e nello stesso tempo delicati e poetici, capaci di entrare nel lettore per meravigliarlo, sedurlo, catturarlo con messaggi e rivelazioni.
Si tratta di poesie permeate dal sentimento della natura affine a quello dei Romantici. Come questi ultimi, Steiner nel Creato trova riflesso Dio e offre il sublime e la bellezza al nostro animo spesso stanco e sfibrato. I versetti inducono a ripensare, gustare, comprendere le sentenze dedicate a ogni settimana dell’anno. Calendario appunto, scandito dal passaggio delle stagioni. Queste non sono considerate come eventi meccanici derivati dal moto degli astri, ciò è soltanto l’apparenza; la seconda parola del titolo è anima e si tratta dell’anima cosmica, secondo la visione platonica e di tutto il mondo antico popolato di dei (Talete: "Tutto è pieno di dei"). Sono le potenze celesti a muovere la materia, è lo Spirito immanente, che raggiunge la nostra individualità. Possiamo chiamarlo Adam Kadmon, l’uomo cosmico primordiale (emanato dalla Divinità secondo la Kabalah), continuamente e sempre più compiutamente incarnato nell’uomo terreno. Esistiamo per questo compimento.
Sono 52 brevi poesie e come accade nella poesia non si spiegano, si ascoltano con i sensi interni, i quali creano risonanza tra le parole e il lettore, il suo cuore centro dell’essere. Lo spiega bene lo stesso Steiner nella sua prefazione alla seconda edizione del 1918:
"E nel versetto deve esprimersi l’eco che risuona nell’anima, quando essa si congiunge con quella vita. Si pensa a un sano "sentirsi uniti" al divenire della natura e al vigoroso "trovar se stessi"."
Il trovarsi, o meglio ritrovarsi dell’Io superiore, accade in inverno quando la natura sembra dormire e questa pausa apparente induce al ripiegamento in sé, a guardarsi dentro. La stagione calda invece con il suo splendore lussurreggiante e la passione che esplode in noi e fuori di noi, porta a immergersi nella totalità, dimenticandosi nell’estasi, nello star fuori di sé. Non è casuale che i popoli del Nord del pianeta, la gente del freddo, sia più incline a filosofare anche con un eccesso di razionalità, mentre il Sud del mondo si esprime meglio e di più nel campo emotivo. Ma pure ciò è una schematizzazione, siamo tutti chiamati a divenire compiutamente noi stessi, liberando tutte le energie e le qualità dell’anima.
Rudolf Streiner è stato il fondatore dell’Antroposofia (sapienza dell’uomo) che vede nell’antrophos il centro della vita, proprio come accadeva ai grandi pensatori e artisti umanisti e rinascimentali, di cui Michelangelo è forse il più eccelso esponente nella sua raffigurazione dell’uomo, immagine di Dio, toccato dal dito dell’Artefice.
Nello stile il libro ricorda quello di Nietzsche dello Zarathustra. È un testo oracolare scaturito dall’intuizione, dalla sua luce che svela le zone oscure chiedendo l’aiuto del macrocosmo. Macro e microcosmo si uniscono in perfetta armonia.
Un esempio tra tutti è la poesia del 30 marzo, che chiude la sequenza delle settimane. Siamo all’inizio della primavera:
"Quando dalle profondità dell’anima / lo spirito si volge all’essere universale / e bellezza sgorga dalle ampiezze dello spazio / la forza della vita fluisce dalle lontananze celesti / unisce l’essere dello spirito con l’esistenza dell’uomo".
È un pensiero che sacralizza la natura, oggi così violentata dal mutamento climatico dovuto all’inquinamento. Non si potrebbe inquinare o violentare in nome del profitto se negli elementi vedessimo Dio-gli Dei o il nostro stesso volto, la catena ininterrotta che ci lega ai minerali, ai vegetali, agli animali, senza i quali non saremmo qui.
Tornare indietro a un pensiero animista sarebbe la salvezza del pianeta e dell’umanità. Forse siamo ancora in tempo per tornare indietro. Forse…
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