Anni Ottanta: quando tutto cominciò
- Autore: Paolo Mattera e Christian Uva (a cura di)
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rubbettino
- Anno di pubblicazione: 2012
Gli anni Ottanta sono stati il decennio della grande fuga: dall’impegno di massa, dall’ideologia, ma anche dai bisogni e dalla vita reale. Il decennio contraltare a quello del “lungo Sessantotto” (tracimato fin dentro al Settantasette): al posto dei cineforum le discoteche, invece del “messaggio” l’effimero che attiene allo yuppismo e alle pellicole eroticomiche all’italiana. I dieci anni “scacciapensieri” in cui fatti-cose-persone hanno cominciato ad assumere la forma che oggi è sotto gli occhi di tutti: telecrazia e lobotomie di massa. Impazzava la moda dei “paninari”, ricordate? Capello gonfio, giubbotto Moncler e scarpe Timberland. Decisamente ripudiata la finta povertà del Sessantotto “giovane”, quello che ambiva a qualcosa di meglio che una semplice marca. L’oppio del popolo televisivizzato poggiava sulla triade disimpegno-umorismo becero e tette esibite alla Drive in. Quello del popolo disideologgizzato sul voto edonista-socialista, i dischi degli Spandau Ballet e i filmetti dei fratelli Vanzina.
Per un libro che sto scrivendo su questi temi rileggo il primo numero della preziosa rivista Rubbettino Cinema e storia. Risale al 2012 e sfoggia titolo e sottotitolo indicativi: “Anni Ottanta: quando tutto cominciò. Realtà, immagini e immaginario di un decennio da ri-vedere”. Ve lo segnalo: i contribuiti sono numerosi, accademici, trasversali a cinema e analisi sociale. C’è spazio per il Moretti tragicomico della sconfitta ideologica (Ecce Bombo, La messa è finita, Palombella rossa) come per l’anamnesi del riflusso modaiolo-ideologico pre-tangentopoli. Per il nostalgismo anni Sessanta, ancora alla Vanzina (Sapore di mare), per la politica-spettacolo e la genesi ispirativa delle prime TV commerciali. Per gli ultimi fuochi del terrorismo e per il terrorismo rappresentato al cinema; per i sopravviventi film d’autore e il primo cinepanettone. Uno stratificato affresco a più voci – curato da Paolo Mattera e Christian Uva – che restituisce i segnali prodromi dell’Italia a venire. Senza togliere merito agli altri redattori, riassumo il concetto con le parole di Edoardo Novelli, che in questo modo inaugura il suo contributo intitolato Politica, spettacolo e televisione negli anni Ottanta:
“Gli anni Ottanta rappresentano nella storia del nostro paese una fase di veloce trasformazione che sancisce l’approdo a un’Italia caratterizzata da tratti, cultura, pulsioni molto differenti rispetto a quelli che sino a pochi anni prima avevano dominato tanto la sfera pubblica quanto quella privata. È un dato sul quale concordano storici, sociologi, politologi, antropologi, esperti di mass media, che sottolineano la peculiarità di questo decennio, individuandovi le origini di molti dei tratti caratterizzanti l’Italia di oggi. Un decennio di trasformazione, dunque, che se da un lato anticipa alcuni tratti della modernità, dall’altro recupera aspetti della società e della cultura italiana già manifesti ed evidenti negli anni del boom economico che il decennio della mobilitazione e della militanza aveva solo momentaneamente interrotto” (p. 157)
È più o meno in questo modo che, sgravati da fardelli ideologici e anticonsumisti, si è transitati nel fatuo quotidiano dei sorrisi di cartapesta e dell’usa-e-getta mediatico.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Anni Ottanta: quando tutto cominciò
Lascia il tuo commento