Anniversario di Harold Pinter

Un ristorante di livello medio-alto, due tavoli al centro dell’intreccio, il focus narrativo che si consuma nel tempo di una cena, con discrezione e, insieme, con malcelata ironia, a tratti addirittura crudele.

In un tavolo quattro persone, due coppie di coniugi di spietata simmetria: i due mariti sono fratelli, mentre le due mogli sono sorelle.
Quattro quarantenni che festeggiano l’anniversario di matrimonio di una delle due coppie: quella formata da Julie e Lambert. L’altra coppia è formata da Matt e Prue.

Nell’altro tavolo una coppia più giovane, formata da Russell e Suki, coppia certo meno stabile e consolidata. All’inizio assistiamo ad una delicata attestazione di fiducia da parte della giovane donna nei confronti di Russell, rampante uomo di banca, in procinto di essere assunto da una banca più importante.

Ciascun tavolo rappresenta un universo a sé, separato dall’altro per età, argomenti e prospettiva. O così sembra a prima vista. Infatti dopo poco Lambert riconosce in Suki la ragazza con la quale, anni prima, ha avuto una breve relazione, di carattere prevalentemente fisico.
I due si riconoscono e i due tavoli, di fatto, si riuniscono, i due ’universi’ vengono a contatto, quasi si mischiano.

Le tensioni generate dai ricordi, le dinamiche inevitabili delle gelosie retrospettive emergono velocemente, senza mezzi termini.

Un tratto che frequentemente troviamo in Pinter è l’oscura presentazione del lavoro di qualche protagonista maschile delle sue opere: in questo caso Matt e Lambert vengono descritti come consulenti strategici che lavorano per la pace, senza usare, essi stessi, le armi. Mantenere la pace è il loro ’lavoro’, ma anche mantenere una sorta di ordine e soprattutto il rispetto.

Tutto ciò suona anche vagamente, se non minaccioso, almeno inquietante; l’assenza di una descrizione precisa dell’attività lavorativa ci lascia nell’oscurità dell’incertezza senza nome. Tuttavia questo è, come si accennava, proprio Pinter.

Infine molto originale è la presenza di un improbabile cameriere che fa continuamente sfoggio delle incredibili conoscenze vantate da suo nonno in svariati ed eterogenei contesti. Racconta infatti, a più riprese e con i due tavoli a far da interlocutori, che suo nonno è stato a contatto con i massimi esponenti della letteratura, del cinema e persino della politica del Novecento: addirittura è stato amico intimo di molte di queste eccellenze! Veramente esilarante.

Siamo di fronte a un lavoro teatrale che si sposta continuamente tra l’ironia e la durezza, che si trova in bilico tra la pesantezza del ricordo e la leggerezza della battuta goliardica.