Ashford Park di Lauren Willig

“È vero che sei cresciuta tra i selvaggi?”.

Questa insolita domanda era stata l’inizio di una grande amicizia, quella sbocciata tra Adeline (Addie) Gillecote e sua cugina Beatrice (Bea), figlia di Lord e Lady Ashford di Ashford Park.

Londra, Gran Bretagna, 1906. La piccola Addie di neanche sei anni era rimasta sola al mondo in seguito alla tragica scomparsa dei suoi genitori investiti da un omnibus. “Cos’altro possiamo fare? Siamo la sua famiglia”. Addie, la Parente Povera, figlia del fratello minore di Lord Charles Ashford, “alto, aristocratico, impeccabile nel suo abito scuro”, grazie ad un atto di carità d’ora in poi sarebbe andata a vivere nella grande tenuta di Ashford accolta nella nursery. Lady Vera avrebbe considerato per sempre l’orfana alla stregua di un “cuculo nel suo nido, un’intrusa nella sua famiglia”. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza Bea, “che sprizzava energia come il cielo prima di un temporale”, sarebbe stata per Addie una mappa e la sua guida in una casa nella quale vigevano regole e dogmi. La bella ed intraprendente cuginetta (gli altri cugini erano Edward, Diana e Penelope) che possedeva quella dote rara e indefinibile che alla madre mancava, che era chiamata carisma negli uomini e fascino nelle donne, aveva preso sotto la sua ala Addie come se fosse stata un prezioso animaletto da compagnia. Nonostante ciò nel ritratto di famiglia dove un gruppo di persone era raccolto intorno a un uomo e a una donna, “lui seduto e lei in piedi”, la testa di Addie era l’unica scura, quasi a marcare la differenza.

Nairobi, Kenia, 1926. Ora Addie, “ventisei anni e un mestiere”, si trovava su un treno che sbuffava lanciato nelle pianure africane. Per quale motivo? Ufficialmente per andare a trovare Beatrice, “la debuttante del decennio”, dalla bellezza algida. “Vieni, ti prego”, le aveva scritto Bea ed Addie aveva lasciato momentaneamente la fredda Inghilterra, il suo lavoro e il fidanzato David, “uomo dalle vedute molto progressiste”, per andare a trovare Frederick Desborough e sua moglie Beatrice reperti di una vita precedente, lontana come il “c’era una volta” delle favole. Dopo cinque anni di lontananza e due gravidanze, la sua cugina preferita non era cambiata affatto. Bea “era sempre alta e magra, con gli stessi capelli biondi e lucenti”. Osservando Frederick che le sorrideva, ben sbarbato e abbronzato, Addie, lottando contro una potente ondata di sconforto e desiderio, aveva compreso il motivo del suo viaggio in terra africana. Frederick l’aveva guardata e “le sorrise di nuovo, e il suo cuore ebbe un tuffo che cancellò in un istante gli ultimi cinque anni”, Addie aveva sentito un freddo improvviso, nonostante il calore della giornata.

New York, Stati Uniti d’America, 1999. Clementine (Clemmie) Evans, avvocato in carriera di 34 anni, single da poco per “indisponibilità emotiva”, stava per andare a festeggiare il compleanno di sua nonna nella sua abitazione con vista sul Central Park nell’inespugnabile Upper East Side, tra l’Ottantacinquesima e la Quinta.

“Per Clemmie i nonni erano sempre stati una fonte di ispirazione”.

Se il matrimonio capitava, la carriera bisognava costruirsela, era questo il motto della madre di Clemmie, Marjorie, che credeva fermamente nella filosofia del fare buon viso a cattivo gioco. In piena crisi esistenziale Clemmie aveva deciso di ripercorrere il passato della nonna ritornando tra le memorie di Ashford Park che nascondevano uno scandalo. “Sei sicura di voler curiosare nel passato, Clem?”.

L’americana Lauren Willing, autrice della serie bestseller del New York Times sul Garofano Rosa, con Ashford Park (titolo originale del volume: The Ashford Affair), pubblicato nella collana Fabbri Editori Life che edita narrativa dedicata principalmente al pubblico femminile, costruisce una trama affascinante con al centro una grandiosa saga familiare. Tra l’Inghilterra dei ruggenti Anni Venti del Novecento, il Kenya coloniale e la New York fine millennio la volitiva Addie cerca e trova il suo destino, forgiando il suo futuro accanto all’uomo dei suoi sogni incontrato quando la giovane era ancora sui banchi di scuola.

“Come si faceva a trovare il vero amore? Nella sua vita, lavorando o studiando Clemmie era riuscita a conquistare tutto tranne quello, sembrava che fosse una cosa che accadeva in modo completamente casuale, oppure non accadeva affatto”.