Atena. La dea invincibile
- Autore: Adele Teresa Cozzoli
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Atena la dea invincibile è il titolo del saggio a cura di Adele Teresa Cozzoli (la Repubblica per concessione Gedi, pp.159, 2023), compreso nella collana "Grandi miti greci" diretta da Giulio Guidorizzi.
Dea della sapienza, "metis", unita alla potenza "kratos", due attributi ereditati dal padre Zeus e dalla madre Metis, Atena è divinità della guerra ma anche della civilizzazione.
Viene rappresentata completamente vestita, coperta dal peplo, con elmo, lancia nella mano destra e fuso nella sinistra. Protegge gli eroi, Ulisse è il suo favorito, gli artigiani, insegna la tessitura, dona l’ulivo agli Ateniesi di cui è signora, avendo vinto la contesa con Poseidone per il possesso della città e dell’Attica. Poseidone offriva un lago salato, secondo altre versioni un cavallo da addomesticare, ma gli Ateniesi scelsero l’ulivo, dono di Atena, da cui ricavare cibo e legname.
La sua origine indoeuropea è assimilabile a quella di antichissime divinità, come la mesopotanica Arinna fra gli Hittiti e Rudra in India. Diversi sono gli appellativi che ne connotano le virtù: Pallade Atena, in ricordo della fanciulla Pallade con cui ella giocava alla guerra e uccide per sbaglio.
Affranta dal dolore, ne assume il nome, che diviene quello della sua effigie, il Palladio, statua con poteri magici, scolpita da Fidia e andata perduta nell’assedio di Atene da parte dei Persiani nel 480 a.C. Il possesso della scultura, poi ricostruita, rendeva imprendibile una città. Ulisse e Diomede, travestiti da mendicanti, penetrano a Troia e ne rubano il Palladio: da quel momento il destino della città è segnato.
La saggezza della dea ferma Achille nella sua furia contro Agamennone per questioni di donne (il possesso della schiava Briseide); in seguito lo induce a consegnare la salma di Ettore ai Troiani, affinché abbia degna sepoltura.
Altro suo nome (nomen omen, nel nome il destino) è Atena Parthenos, vergine, in quanto appartiene soltanto a suo padre Zeus e non può innamorarsi di nessun altro uomo.
Freud ne scrive in senso edipico; interpreta la Gorgone dai capelli serpenti che pietrifica chi la guarda, posta sul petto della dea, o sull’elmo, o scolpita sulla lancia, come terrore maschile di fronte alla vista dei genitali femminili, privi del pene. Si tratterebbe del complesso di castrazione.
Atena è pure detta glaucopide, dagli occhi risplendenti come quelli della civetta (in greco "glaux"), a cui viene abbinata, simbolo della filosofia. L’animale vede al buio, così la sapienza disperde le tenebre dell’ignoranza.
Zeus aveva una relazione con Metis; un oracolo aveva predetto che i figli di Metis sarebbero stati più potenti di lui. Il padre degli dei olimpici quindi trasforma Metis in una goccia, o in una mosca e la inghiotte, incamera in sé la sapienza ma Metis era già incinta della figlia. Atena cresce dentro il capo del padre procurandogli serie emicranie ed occorre l’intervento di Efesto, dio del fuoco e delle arti metalliche. Efesto con un colpo di scure apre il cranio di Zeus e Atena balza fuori già adulta, provvista di armi e fuso. Il legame tra padre e figlia, la preferita, diviene indissolubile. Lei combatte con lui contro i ciclopi, vincendoli; riceve come ricompensa l’egida, un mantello di potere, tessuto con il pelo della capra Amaltea che aveva nutrito Zeus bambino.
Nella tragedia Eumenidi di Eschilo, il voto di Atena nell’assemblea cittadina a favore di Oreste matricida (il guerriero aveva ucciso sua madre Clitennestra per vendicare il padre Agamennone, assassinato da sua moglie e dall’amante di lei, Egisto) crea il primo tribunale democratico della Storia.
Come vediamo, i miti rappresentano le facoltà e i drammi dell’anima umana, le qualità dello spirito, etica, evoluzione e bellezza. Il libro ne contiene molti altri, Aracne trasformata in ragno poiché aveva orgogliosamente osato sfidare la dea, sua maestra, nell’arte della tessitura.
La creazione di Pandora è la prima donna, l’Eva greca. Atena la costruisce insieme ad Efesto, le consegna un vaso che la ragazza non dovrà mai aprire. Pandora contraddice all’imperativo, apre il vaso e ne fuoriescono tutti i mali dell’umanità, odio, guerre, pestilenze; nel fondo resta la speranza. Afferma Cozzoli:
Tramite la donna, sua perfetta e ammaliante creazione, Atena continua a dominare e a svolgere sempre il ruolo di unica mediatrice per tutte le generazioni future.
La splendente viene insidiata da Efesto ma riesce a sfuggirgli, lo sperma del dio schizza sulla gamba di lei, che si pulisce con un panno di lana e poi lo getta in terra la quale, così fecondata, partorisce Eritteo con gambe di serpente, "ouroboros" che si morde la coda, simbolo dell’eternità, della vita circolare. Eritteo diviene un re arcaico di Atene.
A differenza di Minerva e come la Vergine Maria, sue figurazioni successive, l’invincibile Atena ha un figlio senza padre. Per questo gli Ateniesi si sentono "figli della terra" e sviluppano l’amor patrio.
Fra le molteplici figurazioni e i molti richiami ad Atena Minerva in pittura e in letteratura nel corso dei millenni, cito Giovanni Boccaccio; nella sua Prosopopea di Dante, egli identifica il Poeta con Minerva:
“Dante Alighieri son, Minerva oscura, / d’intelligenza e arte”
In ciò è accennata l’appartenenza dell’Alighieri ai “Fedeli d’amore”, setta segreta mistica di derivazione catara. Ed è per questo che Giovanni Pascoli titola il suo primo saggio dantesco Minerva oscura, pubblicato nel 1898.
Nella parte antologica il libro contiene ampi stralci da Omero.
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