Autonomia operaia. Scienza della politica e arte della guerra dal ’68 ai movimenti globali
- Autore: Emilio Quadrelli
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Quel tempo è svanito, non c’è più. Il tempo fiammeggiante dei ciclostili, dei tazebao sui muri delle fabbriche e delle università occupate, il tempo marxista-leninista delle lotte operaie in un’Italia politicizzata che se non era reazionaria era giocoforza vigile, schierata, filo-sovversiva. Mica la nazione afasico-acquiescente delle espressioni attuali. Non so se ha vinto la borghesia, di certo ha vinto il Capitale e ha vinto in tutto il mondo, tra l’indifferenza generale figlia dei bisogni indotti e della fine delle ideologie. Sfoglio con nostalgia le copie anastatiche di "Linea di condotta": occupa la lunga appendice di Autonomia operaia. Scienza della politica e arte della guerra dal ’68 ai movimenti globali, il lucido saggio “di parte” che Emilio Quadrelli dedica alle ragioni del movimento e alla lunga stagione dell’autunno caldo (1969) (Edizioni Interno4, 2020).
L’elaborazione grafica di Emanuele Bruscoli in copertina richiama il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo. Non credo sia un caso: quello che si vede è un Quarto Stato in marcia: urbano, studentesco-operaio, piovuto dritto dai frame anni Settanta: svariati pugni chiusi e fazzoletti in volto per proteggersi dai gas lacrimogeni che di lì a poco sarebbero venuti.
“Linea di condotta” (1975) è stata una rivista unica, a uscita unica. Rigorosa, analitica, politica, partigiana, come allora pretendeva l’impegno. “Le convulsioni dell’economia politica e del marxismo accademico”, “Il male italiano”, “Autorità politica e autorità monetaria”, “Il prezzo del consenso operaio”, esplicitano – tra occhiello e titoli in grassetto – la linea ideologica della pubblicazione. Bei tempi.
Il saggio storico-teorico di Emilio Quadrelli comincia invece dalla fine (Italia 7 aprile 1979: pum, pum. Chi è? La polizia), dalla retata poliziesca che in tutta Italia cattura gli eversori e i “cattivi maestri” di Autonomia operaia. Specifica Quadrelli, in prefazione:
“Alle prime luci dell’alba in molte case del Paese si consumò questo rituale. Orde fameliche di agenti dell’antiterrorismo si riversarono nelle abitazioni private di non poche donne e uomini con alle spalle una lunga militanza tra le file del movimento comunista non ortodosso. Gran parte delle loro biografie politiche raccontano di esperienze passate, nel corso degli anni Sessanta, dentro “Quaderni rossi”, “Quaderni piacentini”, “Classe operaia” poi, con il sopraggiungere del 68, all’interno degli organismi operai e studenteschi confluendo infine in Lotta Continua e Potere operaio, i due gruppi della sinistra extraparlamentare che erano stati in grado di sintetizzare al meglio […] il senso della pratica autonoma posta in atto dalla classe nel corso degli anni Sessanta e che ora, in quello che è stato chiamato autunno caldo, mostrava non solo il suo carattere dirompente ma si poneva come possibile forza egemone dentro la classe”. (pagg. 7-8)
Questa terza edizione aggiornata di Autonomia operaia è un libro tutto così: tratta dell’arte della “guerra” e muove dal Sessantotto per approdare ai movimenti della guerriglia urbana, dato che “la questione del potere non può che chiamare in causa la questione militare”.
La nuova inquisizione che mette dietro le sbarre gli autonomi (processo 7 aprile) è invece indicativa del modus operandi di uno Stato sedicente democratico e di come, strumentalizzando il babau della sinistra extraparlamentare, in realtà esso abbia rimosso gli scheletri delle stragi di Stato (Piazza Fontana, in primis), delle istituzioni paramilitari segrete (Gladio) e in molti casi la collusione con una destra sotterranea tentata dai golpe.
Questo saggio è un classico della “lotta continua”: muove dal luglio genovese del 1960 e ritorna nella Genova insanguinata del G8 2001 per spingersi ai nostri giorni di un dissenso ormai quasi “per voce sola” (quest’ultima è opinione mia). Mi chiedo quanti e in che modo si accosteranno al testo, poi ripenso al fatto che il libro è giunto oggi alla sua terza edizione, provo a convincermi che forse il mio giudizio sull’attualità è troppo severo, e mi illudo: chissà…
Autonomia operaia. Scienza della politica e arte della guerra dal '68 ai movimenti globali. Nuova ediz.
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