Avanti marsch!
- Autore: Rossana Copez e Giovanni Follesa
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Brigata Sassari, la gioventù migliore di Sardegna. Una ricerca sulla Prima Guerra Mondiale diventa per i ragazzini di una scuola media cagliaritana un’esperienza che li proietta ai “confini della realtà”. Assai formativa, tanto per loro che per quanti leggeranno il libro “Avanti marsch! La Grande Guerra 100 anni dopo” (Arkadia, Cagliari, 2015, pp. 117, euro 13,00). Un lavoro a quattro mani, per l’impegno di due autori isolani, appassionatamente sardi: la docente Rossana Copez e il giornalista e scrittore Giovanni Follesa. Un’agile e originale prova narrativa, che presenta ai giovani in modo assolutamente insolito e creativo le vicende di un conflitto lontano un secolo, ma da non dimenticare. Un viaggio nel tempo per rievocare un triennio triste e doloroso con gli occhi dei giovani di ieri e di oggi.
“Lavoro di gruppo per tutta la classe. Ci state?”
Irrompendo in aula col fare deciso di sempre, la professoressa Annetta De Carli - detta “l’Antica”, perché insegna storia e per il suo modo d’essere - illustra la Circolare Ministeriale che bandisce in tutta Italia un concorso nazionale per scolaresche. In palio un premio, da ritirare dalle mani del presidente della Repubblica, a Roma: una borsa di studio all’estero per tutti. Argomento: la guerra di trincea, nella ricorrenza del Centenario del conflitto 1915-18.
“I vostri nonni l’hanno fatta”
e sono stati i sardi a subire le perdite più pesanti in proporzione alla popolazione.
Il progetto è accolto con moderato entusiasmo, ma sotto sotto per gli alunni va bene. Per la 3ª B della Scuola Media “Ariosto” di Cagliari, ogni occasione è da prendere al volo per fare di tutto tranne che studiare. Giuseppe “sotuttoio” potrà sobbarcarsi il gradito compito solitario di stendere i testi. Per Francesco il diverso può essere l’ennesima opportunità di distinguersi. Grazia ne approfitterà per mettere alle strette l’amatissimo Riccardo. C’è poi chi andrebbe volentieri in trasferta, anche se a Roma c’è già stato, come Piercarlo, il papà è un politico.
Primo atto, appuntamento al cimitero monumentale di Bonaria, tra le tombe dei caduti.
“Muore a 18 anni, muore a 20 anni, muore a 22 anni”
è scritto sulle lapidi. Tutti giovani. Questi sì che sono eroi, pensano i ragazzi. Poi, in pullman Gran Turismo, a Sassari, al museo della Brigata Sassari nella Caserma Lamarmora dell’Esercito, perché la storia della prima guerra mondiale, in Sardegna, è la storia dei fanti della Sassari, dice orgogliosamente la loro guida, il sergente Pistis.
Delle targhe indicano i luoghi delle battaglie che impegnarono i piccoli tenacissimi fanti sardi. Il 1915 è l’anno del Carso: Bosco Cappuccio, Bosco Lancia, Bosco Triangolare, Sella di San Martino, il Trincerone, la Trincea dei Razzi e la Trincea delle Frasche. Bollettino di guerra del 15 novembre:
“gli intrepidi sardi della "Sassari" resistettero saldamente sulle conquistate posizioni e con ammirevole slancio espugnarono altro vicino importante trinceramento.”
Dopo questo riconoscimento del Comando Supremo, tutti i militari sardi chiamati alle armi furono trasferiti alla Brigata, l’unica ad avare arruolato solo soldati regionali in tutte le guerre italiane. 1916 Altopiano di Asiago: Monte Fior, Monte Zebio, Castelgomberto. 1917 e 1918 Monte Grappa, Col del Rosso.
In una sala della caserma è ricostruita una trincea, con il legno, i sacchi pieni di terra, i paletti di ferro e i rotoli di filo spinato. Qualche ragazzo non resiste alla tentazione di entrare e simulare un combattimento. È così che alcuni di loro e la stessa De Carli
“si perdono oltre la realtà, al di là dello spazio e del tempo, come Alice nel Paese delle meraviglie.”
Si ritrovano trasportati indietro nel tempo, in pieno conflitto, al fronte, chi in linea con i Sassarini contro il nemico, chi in un ospedale da campo. Piercarlo è addirittura nella trincea degli austriaci e li scopre simili, Grazia incontra la ragazza di un paese dell’isola che si prestava a scrivere le lettere ai soldati al posto dei familiari analfabeti.
Un’esperienza “sbalorditiva”, sulla quale la classe incentra la ricerca. Dopo l’incredulità iniziale, dopo l’ovvio spavento e disorientamento, hanno considerato con serietà il lavoro svolto, superando il normale scetticismo e cogliendo con partecipazione il senso profondo dell’incontro tra un ragazzo dei nostri tempi con uno dei protagonisti della Storia
“vista da una prospettiva diversa, attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta e combattuta, mettendo in evidenza l’apporto delle migliaia di fanti sardi e il loro sacrificio.”
La Grande Guerra è stata la guerra dei sardi. Un primato triste: 138 morti ogni mille chiamati alle armi, assai più dei 104 della media nazionale.
“Prò difender sa Patria italiana / distrutta s’est sa Sardigna intera.”
Ma il nemico li temeva, li chiamava diavoli, Dimionios e sono diventati un mito. La bandiera di guerra è l’unica a fregiarsi di due medaglie d’oro al valore militare per il primo conflitto mondiale.
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