Papiro di Sante Bandirali

Ironizzare sugli intellettuali di sinistra, fare satira intelligente e non sguaiata da parte di uno scrittore/traduttore/editore, autore di libri per bambini e vincitore di premi prestigiosi, è una bella sfida che Sante Bandirali vince, secondo me, con l’esilarante romanzo di fantasia Papiro, pubblicato dalla casa editrice Marcos y Marcos nel maggio 2024.

Protagonisti i coniugi Sofia Savi e Brando Cerberoni. Bastano i loro cognomi a presentarli: sanno tutto di tutto, vivono scrivendo, leggendo e pubblicando, partecipando a ogni sorta di convegni specialistici e talk show su tutti i canali tv, convinti della loro intelligenza superiore. I due decidono che tanta scienza non può che riprodursi e quindi procedono a pianificare la riproduzione: dopo una gravidanza ipersorvegliata, piena di attenzioni e cure preventive, nasce un maschietto a cui viene rifilato il nome di Papiro, nomen-omen si direbbe.
E infatti il bambino cresce, paffuto e socievole ma totalmente muto. Grande preoccupazione dei genitori, che non ammettono un limite alla loro prodigiosa creatura; specialisti, logopedisti e psichiatri si arrendono di fronte alla misteriosa anomalia del piccolo genio: non è sordo, apparentemente il suo fisico è normale, a cosa si deve dunque il suo prolungato mutismo?
Vedremo che il bambino parlerà, ma solo dopo aver ingurgitato, masticato e digerito libri, copertina inclusa, di cui si mostra oltremodo ghiotto. Eccolo dunque recitare brani di letture impegnative dopo averle letteralmente divorate. Nell’epilogo di questo libro veramente divertente, tante sono le trovate che l’autore riesce a costruire per rendere efficace l’irridente narrazione, di cui non possono che fare le spese i due genitori, tutti concentrati sul loro studio, la loro affermazione professionale, la loro spocchia che si manifesta in tutti i consessi internazionali a cui sono invitati; e nell’epilogo dunque, dal titolo “Dove Papiro semina un melo”, la salvezza viene da un bibliotecario. Seduto per terra, l’uomo porge a Papiro pagine che contengono, in grande formato, le lettere dell’alfabeto; A, un angelo in volo, B, una barca piena di gente, e così via.
Leggete il romanzo per cogliere la conclusione, di grande effetto simbolico, con la quale Sante Bandirali finisce il suo racconto. Con una mela, frutto ancestrale, il cui seme Papiro sputa, dopo averla divorata con piacere nuovo. Ecco dunque il perché della mela in copertina, ben risaltata su un fondo bianco. Operazione letteraria davvero gradevolissima.