Avanti sempre
- Autore: Nicola Maranesi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2014
1915-18 giovani italiani in guerra: come hanno superato quella prova terribile?
Al fante toscano Ferrini, il lampeggìo nell’aria notturna sulla sinistra sembrava un temporale: erano raffiche di fucileria e mitragliatrici in trincea. Agostino Ceccherini saliva per la prima volta su un treno nel 1915. Antonio Preite era appena arrivato nelle retrovie quando esplose un proiettile di grosso calibro: una ventina di morti e feriti tra i compagni e nemmeno sapevano dove fosse il nemico.
A Emanuele Di Stefano nessuno aveva insegnato che nei camminamenti si doveva tenere bassa la testa. Il comasco Cordano aveva abitudini ancora tanto “civili” da beccarsi cinque giorni di consegna per essere stato sorpreso a leggere durante il servizio di sentinella.
Per tutti questi ragazzi di 21, 23, 25 anni e per altri 4milioni 200mila c’era stato un “prima” della guerra, ora c’era un “durante” la guerra e ognuno si augurava ci potesse essere un “dopo” la guerra.
C’è un tratto comune nelle cento testimonianze raccolte da Nicola Maranesi, giornalista, coordinatore del progetto sulla Grande Guerra dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e autore per il Mulino di un saggio coinvolgente dal punto di vista storico ed emotivo, “Avanti sempre”, 290 pagine 22 euro. C’è un dato omogeneo: alcune di quelle esperienze della guerra di trincea sono tanto simili da risultare interscambiabili. È la conferma che l’obiettivo è stato raggiunto, quello che si prefiggeva fin da universitario, lavorando già nel 2004 tra le memorie, i diari, gli epistolari conservati nel Fondo 1914-18 della grande raccolta pubblica avviata dal 1984 nel comune toscano.
Il proposito di Maranesi era realizzare un viaggio tra le linee di filo spinato, al fianco del soldato italiano, incontrando le impressioni, i sentimenti, gli stati d’animo dei giovani uomini in grigioverde di allora. Elaborare una sintesi, ricavare un vissuto comune, la media delle emozioni provate da chi ha combattuto. E si trattava di farlo andando sui fatti e verificando gli atteggiamenti, rendendo quei testimoni un solo uomo, non soffermandosi sul ceto sociale di appartenenza, sulla regione di provenienza, sul grado militare, sui luoghi, limitando le indicazioni sui soggetti all’identità e all’età, oltre al comune di nascita. L’importante è l’esperienza dei militari, non di un militare in particolare.
C’è un prima e un dopo per tutti questi soldati testimoni. Prima ero un civile ora un combattente. Ero una recluta ora sono in linea. Ero un pivello inesperto ora un veterano che conosce i segreti per cercare di sopravvivere ad insidie di ogni genere.
La Grande Guerra 1915-19 è stata per gli italiani la prima esperienza collettiva, simultanea e di massa. Ha prodotto un fiume di scrittura: lettere, taccuini, diari, memorie, coinvolgendo per la prima volta anche la classe contadina, che forniva il nucleo più numeroso all’esercito, armate di braccianti-fanti. Un mare di scrittura popolare, in massima parte autobiografica, resa ingenuamente dalla gran parte dei soldati illetterati, non senza eccezioni di buoni testi.
Chissà quanti di questi testimoni avrà compiuto per intero le dieci tappe in cui Maranesi divide questo “viaggio”: dal “salto” all’assalto, dalla paura alle amicizie al fronte, dall’andare sempre avanti al tornare a casa.
A cento anni dall’ingresso nella prima guerriera mondiale, il vissuto di quei ragazzi e uomini suscita ancora attenzione anche nelle nuove generazioni ed è una sorpresa. È l’effetto di un processo spontaneo di immedesimazione. Oggi, ci si chiede come sia stato possibile partire per la guerra e andare a morire al fronte, avverte l’autore. Lo storico Antonio Gibelli conclude la prefazione dando merito a Maranesi di aver letto nelle pagine dei suoi attori non solo la disperazione ma le speranze, non solo l’annientamento ma l’adattamento, non solo ferite e morte ma la capacità di forza interiore. Così aiuta a leggere sotto nuovi aspetti quella pagina della storia italiana tornata centrale nel centenario del 24 maggio. Non per celebrare, né solo per commemorare, ma per trovare altre risposte. Soprattutto: come hanno fatto a superare quella prova tremenda?
Avanti sempre. Emozioni e ricordi della guerra di trincea, 1915-1918
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