Bastava un grillo (per farci sognare)
- Autore: Raoul Casadei
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2013
I tormentoni rispondono ai titoli “Ciao mare”, “Romagna mia”, “La mazurka di periferia”, “Simpatia”. Le parole che ci suonano dentro seguono, più o meno, questa scia:
“Il tuo sorriso è una canzone/ su quel musetto acqua e sapone/ Io ti darei tutto quello che vuoi/ ma tu non chiedi mai/ tu solo dai/ E sei la mia simpatia!”.
Roba semplice, roba spensierata, roba sole-amore, roba da stereotipo romagnolo, roba che uno venuto su coi dischi dei cantautori si busca come minimo l’orticaria. Resta il fatto che i numeri sono dalla parte di Raoul Casadei: vagonate di dischi venduti, piazze e balere piene come un uovo una sera via l’altra e non solo dalle parti dell’Emilia. Senza contare, poi, le melodie galeotte - polka, mazurka, valzer, riveduti e corretti alla luce della tradizione emiliana - che farebbero volteggiare uno zoppo e sorridere un depresso cronico. Chapeau, signore e signori (compresi voi con, eventualmente, la puzza sotto il naso): lo stellone buono del “re del liscio” ieri, oggi e domani sberluccica di pari passo a quello consolidato dell’orchestra di zio Settimo (un’autentica istituzione per la Romagna danzerina) e da allora non finisce più. Passando per strade, piazze, sogni, viaggi (più di trecentocinquanta concerti, nelle annate migliori), filosofia in pillole (allegria!, altro che Mike Bongiorno), dolce vita (finché non conosce la Pina e si sposa e ci fa dei figli), sangiovese, tanta grana, altrettanta musica e slancio verso il prossimo. Così per tre decadi buone, mica meteore.
Queste e svariate altre mirabilie sotto le stelle del liscio romagnolo potete ritrovare in “Bastava un grillo (per farci sognare)”, che - a distanza di sicurezza da qualsivoglia strategia commerciale - Raoul medesimo dà alle stampe per Piemme. Comprese nelle canoniche duecento pagine in prima persona, vita, morte & miracoli della sua escalation artistica e delle massime di vita diventate il brand della premiata ditta Casadei: voglia di godersela, Romagna & solarità, che più di così solo il Tonino Guerra de “l’ottimismo è il sale della vita” nello spot tv.
Ciò che rende più interessante l’autobiografia è il fatto che la parabola artistico-esistenziale del Nostro si snoda (giocoforza) in parallelo a quella dell’Italia, fissata (bene) nel suo transitare dai sogni in bianco e nero (illuminati però dalla speranza) del primo dopoguerra al clima intirizzito dai colpi di pistola degli anni di piombo. In mezzo - ancora di pari passo con la vita da balera (ma anche da Sanremo e Festivalbar) di Casadei - gli anni Sessanta e diversa antropologia minima made in Italy. La storia d’Italia dalla fine della guerra agli anni Ottanta, insomma, vista dall’ottica di un maestro elementare-musicista di successo, che, a forza di "liscio", ne ha scritto parte della colonna sonora "leggera".
Un libro intenso, umile, scritto col cuore, e scritto bene, com’è nelle corde del suo autore (coadiuvato nell’occasione dal giornalista emiliano Paolo Gambi). In epoca di ego ipertrofici, dove anche l’ultimo degli scrittori millanta curriculum da premio Strega e ritiene di aver prodotto il romanzo del secolo, non c’è che da applaudire di fronte all’onesta pragmaticità di Casadei, che ci riporta al senso autentico della cose, della vita e, perché no, anche della musica.
Bastava un grillo: per farci sognare
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