Battiato on the beach di Christian Zingales

C’è Battiato e Battiato - Quattordici capitoli - che fanno ottantasei pagine di indefesso andirivieni, dentro e fuori i mondi lontanissimi battiatiani - prima di arrivare all’excursus cronologico dei suoi album. L’apertura in flash back analitico-emozionali di "Battiato on the beach" (Arcana Editrice) la dice lunga sul “mestiere” di Christian Zingales, redattore di lungo corso di Blow up e collaboratore del supplemento di Repubblica XL. Bene-bravo-bis, perché la parte più succosa del volume sta proprio in questo incipit saltimbancante tra i topoi del Nostro, tra anni Settanta e Ottanta, scampoli di memoria personale, Discoring, Bandiere bianche, arcipelaghi vicini e siderali, senza pagare dazio e passare dal via. Quasi un flusso ininterrotto di libere associazioni. Lucide, però. Con un merito tra i tanti: strappare il cantautore all’agiografia, alla sua icona aliena di guru supra partes, distante anni luce dal qui e ora della nostra attualità.

Avete mai pensato a oltrepassare la facciata degli apparenti non-sense di "Magic Shop"? Avete mai preso sul serio i versi sciolti di "Aria di rivoluzione" e "Up Patriot sto arms"? Zingales intuisce che sotto la cenere dell’aspirante sufi covi il fuoco del Battiato-fustigatore di politici e di costumi (i non adepti vadano, in tal senso, a riascoltarsi "Povera patria"). Un aspetto sottaciuto dalla vulgata tradizionale & superficiale, seppure portante del suo canzoniere. In altre parole: come dimostra efficacemente una corposa parte di questo libro, la ricerca di assoluto di Battiato muove spesso dall’analisi del mondo storto in cui viviamo.

"Battiato on the beach" è, in ultima analisi, una biografia artistica tanto densa e puntuale quanto anomala, come anomalo è l’artista che assume a oggetto di disamina. Un libro pensato prima ancora che (ben) scritto e orchestrato. Nella corposa bibliografia dedicata al cantautore siciliano, un saggio con tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento duraturo.