Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo
- Autore: Cristina De Stefano
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Adelphi
Belinda e il mostro (Adelphi, 2002) è la biografia di Cristina Campo, una delle autrici più rilevanti del nostro Novecento, scritta da Cristina De Stefano, scrittrice, saggista, giornalista e scout letterario (a lei si deve se i lettori italiani hanno potuto apprezzare il romanzo La verità sul caso Harry Quebert).
Una ricerca appassionata, un lavoro svolto con profondo amore e ammirazione per una scrittrice, poetessa schiva e misteriosa quale fu la Campo. Una biografia accuratamente documentata con testimonianze e foto della autrice che danno rilievo al suo garbo e alla sua dolce bellezza. Cristina De Stefano descrive accuratamente i periodi della sua vita fin dall’infanzia, poi a Firenze e successivamente a Roma, attraverso i diari segreti del padre e le lettere inedite che solo una meticolosa e coinvolgente ricerca poteva far venire alla luce.
Cristina Campo, pseudonimo di Vittoria Guerrini, nacque a Bologna, unica figlia di una delle famiglie benestanti più in vista allora: suo padre Guido era maestro di musica e la madre Emilia era sorella di Vittorio Putti, uno degli ortopedici dell’Istituto Rizzoli più famoso nel mondo. Fin da piccola Cristina è minata nella salute da una malattia congenita che non le consentirà di frequentare le scuole pubbliche e che la segnerà per tutta la vita. Il mondo delle fiabe fu tra le sue prime letture, insieme ai libri sacri e i classici della biblioteca di casa.
“Le fiabe insegnano a ragionare alla rovescia, a sconfiggere la legge di necessità e a passare a un nuovo ordine di rapporti. Insegnano a spiccarsi il cuore dalla carne..poiché con un cuore legato non si entra nell’impossibile.“
Negli anni della guerra il padre diviene direttore del conservatorio Cherubini e a Firenze Cristina continuerà i suoi studi da autodidatta. Si sentirà molto legata alla nuova città. Anche quando si trasferirà a Roma, Firenze rimarrà sempre nel suo cuore. Gli anni di fine guerra non saranno facili per la nostra giovane Cristina; la sua amica più cara Anna, con la quale condivideva sogni letterari, morirà sotto i bombardamenti angloamericani. La sua famiglia verrà sfollata a Fiesole e successivamente, con l’arrivo degli inglesi, il padre verrà attestato per sospetti politici e rilasciato dopo alcuni mesi di prigionia. Sofferenze che la lacereranno. Il dolore e lo struggimento per le cose perdute daranno origine in lei al desiderio e alla volontà di scrivere. Inizia a tradurre le opere della Dickinson, di Hofmannsthal e della Mansfield.
Si innamorerà di Leone Traverso, di tredici anni più grande, già un letterato famoso, poeta, traduttore, germanista formatosi all’università di Firenze. Accanto a Leone, Cristina scoprirà la letteratura tedesca: Rilke e Morike. Il loro sarà un amore tormentato, lui sempre galante con tutte le donne, lei che desiderava una relazione stabile.
“C’è un tipo di uomo nel mondo, col quale forse accetterei di vivere. È un tipo d’uomo che se rientrando gli dici ‘sai, ho sfasciata la macchina’ si mette a ridere ed esclama ‘ racconta, cara, deve essere stato divertentissimo’.“
Cristina è impegnata nelle traduzioni di autori di lingua inglese, John Donne e Virginia Woolf, e sempre più spesso pubblica i suoi articoli con degli pseudonimi. L’ultimo suo periodo vivrà a Roma, il padre è chiamato a dirigere il conservatorio di Santa Cecilia. Saranno gli anni più intensi, dedicati alla spiritualità e al sacro. La conoscenza delle opere della filosofa Simone Weil sarà per lei fonte di ispirazione e di una profonda influenza. Nella sua vita privata si susseguiranno amori ancora tormentati, Mario Luzi e il filosofo Elemire Zolla, marito della poetessa Maria Luisa Spaziani (allora non c’era il divorzio). Il rapporto con Zolla trasformerà la sua vita: entrambi coltissimi si adatteranno l’uno all’altra, lavoreranno e rimarranno insieme per vent’anni, fino alla morte della scrittrice, nel 1977. Cristina frequenterà l’ambiente letterario romano e di alcuni autori subirà il fascino intellettuale, quali Alvaro, Maria Zambrano, Silone.
“La vita di Cristina Campo si realizza compiutamente solo attraverso la letteratura. I libri sono stati la sua prima scuola di vita, e hanno finito per diventare, nel corso di un’infanzia solitaria, l’unica realtà tangibile della sua vita, l’unica via per accostare gli altri. Per lei ogni incontro si basa sulla possibilità di condividere un’idea della letteratura, ogni colloquio su uno scambio di intuizioni letterarie. Ha bisogno di amici, ma accetta di incontrarli solo in luoghi che non esistono sulla terra. In quell’ardente mondo creato che è il mondo della letteratura.“
In Belinda e il mostro Cristina De Stefano ha delineato magistralmente con documenti inediti e citazioni la breve e intensa vita di Cristina Campo, poetessa, scrittrice, traduttrice riconosciuta e apprezzata solo dopo la sua morte, poiché era una donna fuori dalle mode, dalle ideologie politiche e lontana dagli opportunismi. Un’autentica intellettuale appartata e segreta e, come tutti i grandi, in anticipo sui suoi tempi.
Belinda e il Mostro. Vita segreta di Cristina Campo
Amazon.it: 20,89 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo
Lascia il tuo commento