Benevolenza cosmica di Fabio Bacà

Il protagonista di Benevolenza cosmica, esordio letterario di Fabio Bacà per Adelphi nel marzo 2019, è il trentenne Kurt O’Reilly, un professionista dei numeri. Egli dirige un centro dove ci si occupa di statistica ed è solito quindi ragionare tramite probabilità e percentuali. Per questo, quando ogni cosa inizia ad andargli dritta, egli capisce che si tratta di semplice fortuna e si preoccupa, non poco.
Al suo matrimonio con la scrittrice Liz, fallito almeno in parte dato che i due vivono nello stesso palazzo, ma in appartamenti separati, a causa di un’incompatibilità caratteriale, si aggiungono eventi strani. Nefasti, ma al contrario. Insomma, quando si arriva a desiderare di avere una malattia mortale, pur di porre fine a un periodo benevolo all’inverosimile, significa che lo stupore (misto a terrore) è ingestibile.

Kurt si reca dal medico e gli viene diagnosticata una malattia mortale per chiunque, tranne che nel suo specifico caso che invece si rivela quisquilia; alcuni rimborsi milionari gli piovono dal cielo; delle corse in taxi, in una Londra trafficata, per un motivo o per l’altro si concludono sempre gratis. Che fortuna sfacciata, verrebbe proprio da dire. Per non azzardare altro di più volgare. E infatti lo crede anche lo stesso protagonista, che si sente perseguitato da qualcosa di troppo grande. Una percezione d’incredulità che lo adombra e lo angustia.
Tanto da rivolgersi a ben due psicoterapeuti, di cui uno lo invita a “perdersi” in una piscina futuristica a sfioro, sul precipizio di un tetto di grattacielo, per dare modo al flusso dei pensieri di fluire.
E mentre gli eventi si fanno sempre più surreali, nell’arco di una routine quotidiana (pallottole che lo “accarezzano”; cadaveri che gli cadono di punto in bianco fra le braccia), si avverte la necessità di seguire il karma. La vita di Kurt deve necessariamente essere legata a quella di qualcun altro che invece sta subendo solo sventure. Ma chi? E la caccia per giungere a una spiegazione, o meglio a un cenno finale, si farà serrata.

Il linguaggio in questo Benevolenza cosmica è estremamente ricercato. L’ironia è pungente e rende la storia godibilissima. Kurt è un personaggio altezzoso, in principio e distante dal lettore, che prende a poco a poco voce, fino a conquistarlo totalmente in dirittura d’arrivo.
“Scrivi di ciò che conosci” è una delle regole principali dello scrittore. Al fine di risultare credibile. Molto però dipende dal modo in cui si racconta. E infatti, l’esperimento dell’autore in Benevolenza cosmica si fa interessante. Lui che ha ambientato la storia in una Londra accentuatamente futuristica, senza però esserci mai stato.
Fra le pagine l’imprevisto si “addomestica” sino a diventare familiare, sino a toccare corde che sono di tutti. Per questo Benevolenza cosmica è un romanzo che, andando oltre gli schemi, può essere consigliato a gran voce. Divertente e mai banale, come le storie che più colpiscono l’immaginario collettivo.