Berlin Alexanderplatz
- Autore: Alfred Döblin
- Categoria: Narrativa Straniera
Alfred Döblin ha scritto un capolavoro sulla Germania weimariana, un romanzo di stampo puramente novecentesco. La vera letteratura vince sempre. Tutti a correre dietro all’ultimo bestseller, ma un libro autentico non viene mai dimenticato.
Berlin Alexanderplatz (BUR, 2008 traduzione di Alberto Spaini) è un’opera magnifica, spiazzante, scritto con uno stile dadaista, fatto di collage e di montaggi, pur essendo una storia molto tradizionale.
Franz Biberkopf, tornato dal carcere, cerca di rifarsi una vita onesta, ma non sapendo niente della vita e della natura umana, si mette subito nei guai fino ad essere accusato di un delitto che non ha commesso.
E a questo punto la morte gli parlerà e gli farà confessare le sue colpe fino a che l’uomo non capirà di essere stato stupido oltre che colpevole e può finalmente cominciare a vivere nel mondo che è "zucchero e letame". L’opera si chiude in questo modo con un protagonista consapevole della propria fragilità, un messaggio che potrebbe sembrare banale, ma che non lo è affatto.
Döblin dà un’immagine terribile e veritiera della Germania degli anni Venti, una nazione sconfitta e umiliata e di una città, Berlino, che vuole tornare a vivere.
Berlin Alexanderplatz non è un romanzo sociale e neppure di formazione anche se il protagonista, attraverso l’errore, impara a conoscersi e a capire; si può definire un libro fatto di libri, di canzoni, di musica, di riflessioni sulla storia dell’umanità, più che di un singolo individuo.
Lo stile è sperimentale per l’epoca, ha una narrazione fatta di pensieri più che di azioni.
Splendido.
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Un libro perfetto per...
lettori raffinati.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Berlin Alexanderplatz
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