Bioetica e bioterrorismo
- Autore: Raffaele Sinno
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
“Il potere dell’uomo rischia di superare il potere dell’uomo di dominarlo”.
Al di là di una certa ermetica eleganza nella formulazione, la considerazione suona in qualche modo allarmante e fa scattare un campanello d’allarme. È del professor Francesco Bellino, nella presentazione che apre un saggio recentissimo, “Bioetica e bioterrorismo: aspetti scientifici, etici, giuridici”, di un medico specialista in materia, Raffele Sinno. Il volume è uscito a gennaio 2017 dalle rotative degli editori Levante di Bari (pp. 256, euro 25,00).
Francesco Bellino, ordinario di Filosofia Morale e direttore del Dipartimento di Bioetica dell’ateneo barese, dirige con Irene Cavalli la collana Ethos Levante, che ospita il lavoro di Sinno, responsabile del Day Surgery anestesiologico dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento. Laureato anche in Filosofia e specialista in Bioetica, la insegna a Benevento, nella Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e presso il Master di bioetica dell’Università di Bari.
Ma torniamo al sinistro monito iniziale. In termini semplici, punta il dito sulla possibilità che l’umanità finisca per confezionare un’arma di distruzione di massa e non riesca a controllarla, scatenando una devastazione globale e una diffusione letale per la vita sul pianeta.
Fino a poco addietro, questo tipo di pericolo assoluto di un’Armageddon, il giudizio finale, veniva senza dubbio dagli ordigni nucleari. Da qualche decennio, però, il fattore di rischio totale si è esteso agli aggressivi chimici neurotossici di nuova generazione, come i gas nervini e agli agenti biologici e batteriologici: virus, batteri e tossine, impiegati a scopo militare o, ancora peggio, scatenati a scopo terroristico. L’uomo cerca di manipolarli per incrementarne il potere distruttivo e in questa prospettiva il bioterrorismo diventa una minaccia costante che grava sull’intero pianeta.
Sinno prende in esame gli aspetti scientifici, etici, giuridici ed economici del bioterrorismo. Si occupa di "bioattacchi", ma anche di "biodifesa" e, senza restare paralizzato dal terrore del genocidio, guarda anche alle potenzialità di dominare superpatogeni che potrebbero concorrere a sconfiggere i tumori, a garantire nuovi vaccini, a incentivare una nuova stagione di "bio farmaco genomica".
La storia del bioterrorismo, che si potrebbe supporre recente, è invece vecchia come l’uomo, letteralmente. La paleontologia ha condotto alla scoperta di punte di ossidiana imbevute di estratti vegetali velenosi, usate già nel Paleolitico. Millenni più avanti, nell’antichità vennero vano impiegati cadaveri o carcasse di animali per contaminare pozzi e raccolte d’acqua utilizzate da eserciti e popolazioni.
Fino al primo Ottocento, l’uso di sostanze era sporadico e interveniva dove le armi convenzionali si erano rivelate inefficaci a sconfiggere l’avversario. Un secondo periodo, dei due in cui si può suddividere questa storia, arriva ai giorni nostri: l’offesa con mezzi batteriologici e virali diventa un’arma per danneggiare e indebolire il nemico.
Quanto alla guerra batteriologica vera e propria, ha una sua origine certa, nel medioevo. Risale infatti agli assedi prolungati a città che resistevano agli attaccanti. Questi cercavano di piegare i difensori e i cittadini catapultando cadaveri di appestati, colerosi, vaiolosi, introducendo oltre le mura gli agenti nocivi altamente infettivi che avrebbero potuto contaminare l’ambiente, già provato dalle difficoltà alimentari e igieniche aggravate dall’assedio.
Il termine bioterrorismo comparve come una minaccia per la salute pubblica verso la fine degli anni Novanta del XX secolo, quando la letteratura scientifica inizia a interessarsi della questione, dedicando all’argomento le prime pubblicazioni. La diffusione fece subito presa alimentando paure e angosce nell’opinione pubblica internazionale.
Si è giunti ad una classificazione, che distingue gli agenti biologici in tre classi: A, B. C. Alla prima appartengono antrace, botulino e sostanze in grado di provocare quadri clinici che comprendono carbonchio, botulismo, peste, vaiolo, tularemia, Ebola e, febbri emorragiche.
La seconda classe comprende tra l’altro enteriti, brucellosi, intossicazioni, colera, avvelenamenti, tifo, encefalite.
L’ultima assorbe virus e SARS, in grado di scatenare pandemie infettive.
Sono argomenti di cui occorre parlare il più possibile, sostengono l’autore e il prefatore, perché la risposta etica più efficace resta la formazione permanente dei cittadini. Il tema non può essere confinato in una conoscenza specialistica, militare o politica:
“la prevenzione può essere efficace includendo i cittadini sia nei procedimenti operativi, sia in quelli progettuali”.
Tornando al monito sul "potere fuori controllo" anche Erich Fromm ammoniva: il pericolo primo per l’umanità non sono i malvagi o i sadici, ma l’uomo comune con potere fuori del comune.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Bioetica e bioterrorismo
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Sono grato per la recensione puntuale e attenta di un argomento attuale e problematico.
Grazie.
Raffaele Sinno