C’era una volta un paradosso. Storie di illusioni e verità rovesciate
- Autore: Piergiorgio Odifreddi
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
I paradossi sono quasi sempre pure e semplici verità, e il tempo si diverte a sollevare lembi del grande velo che le nasconde
Così Piergiorgio Odifreddi ci introduce al suo saggio C’era una volta un paradosso. Storie di illusioni e verità rovesciate (Einaudi, 2001) sugli argomenti che imbarazzano il pensiero.
Ma cos’è un paradosso? È un’affermazione o una tesi contraria all’opinione comune. Piergiorgio Odifreddi, noto matematico e divulgatore scientifico, professore di Logica all’Università di Torino e alla Cornell University, in questo suo particolare e curioso libro ha voluto raccogliere i paradossi più conosciuti, esaminandoli e classificandoli con quel suo piglio sardonico, per mutarli in interrogativi affascinanti per il lettore. Dagli antichi greci che amavano definirli pensieri oltre la logica alle ultime scoperte della fisica, i paradossi sono stati e sono gli enigmi, i misteri, i dilemmi, le illusioni e gli inganni che nel corso della Storia sono stati trasformati da contraddizioni filosofiche a verità, da teorie delle probabilità a teoremi, come le verità che spesso sono nate come paradossi e morte come ovvietà.
“Dalle immacolate percezioni dei sensi alle immacolate concezioni del pensiero religioso e filosofico. Nell’attesa delle fiamme dell’inferno, usufruiremo dei surriscaldamenti degli integralisti, e gireremo loro le parole che Rousseau sembra aver scritto apposta per noi nell’Emile: lettori volgari, perdonate i miei paradossi. Bisogna farne quando si riflette. E io preferisco essere un uomo di paradossi, che un uomo di pregiudizi.“
Odifreddi divide il saggio in varie parti, dall’analisi delle illusioni nella percezione dei nostri sensi alle contraddizioni nelle religioni e nell’arte, dai paradossi nelle democrazie con le loro insidie ai rebus matematici. Il paradosso di Zenone, il più noto, è stato tramandato da Aristotele: Zenone, discepolo ed amico di Parmenide, per sostenere l’idea del maestro che la realtà era costituita da un essere unico e immutabile, propose alcuni paradossi, una vera e propria dimostrazione dell’assurdo. Secondo il nostro autore, le opere di Kafka e di Borges sono costruite sul paradosso di Zenone: di fatto, in Finzioni, Borges scrive che l’idealismo può apparire paradossale al realista, come allo stesso modo il realismo può apparire all’idealista. L’inganno dei sensi è quello che ancora oggi ci confonde, come il bianco e il nero classificati colori ma che non sono colori. Il bianco viene percepito dal cervello come una luminosità mentre il nero è l’assenza del colore. O ancora il riflesso nello specchio, una delle prime illusioni ottiche, come lo sono anche i miraggi.
Graffianti ed incisivi si presentano i capitoli che l’autore dedica alle contraddizioni della filosofia, della religione e le illusioni della politica. Uno dei paradossi descritti è quello della votazione a maggioranza, all’apparenza un’elezione democratica, ma ricca di trabocchetti ed inganni. Infatti il politico abile e perspicace, stabilendo l’ordine con il quale esprimere il voto, può manovrare e condurre il risultato di una votazione. Secondo Odifreddi molti filosofi, nel corso della storia, li hanno elaborati o temuti, come Hegel, che li ha abbracciati, Kierkegaard, che li ha usati e Kant, che li ha branditi.
I paradossi matematici, infine, sono stati responsabili dei cambiamenti di prospettiva nelle soluzioni dei problemi. Un paradosso era nascosto nella formula dei radicali quadratici e cubici dei numeri negativi, già problematici di per sé, e nelle equazioni di secondo e terzo grado si giunse alla risoluzione del problema con i numeri complessi.
C’era una volta un paradosso, ma ora il tempo l’ha risolto, dice Amleto ad Ofelia.
Con la frase di Shakespeare che dà il titolo al saggio, il nostro autore ci conduce nelle antiche e moderne dottrine del pensiero e della matematica, nelle quali i paradossi sono stati al centro delle attenzioni degli studiosi, per poi divenire da semplici errori di ragionamento a dilemmi senza soluzioni e infine verità.
C’era una volta un paradosso è una lettura stimolante, piacevole ed ironica della storia del pensiero filosofico e scientifico, che, come spesso accade, non possedendo confini netti sono strettamente intrecciati nell’evoluzione del pensiero libero.
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