Capitalocene. Appunti da una nuova era di Silvio Valpreda

Capitalocene arriva in libreria per Add editore (2020), un volume che unisce linguaggio scritto e visivo per far riflettere il lettore su un quesito: per chi è stato creato questo mondo? Silvio Valpreda, artista concettuale e scrittore, ci porta a interrogarci su questo argomento e a farci riflettere su quanto il mondo sia spesso governato da un solo elemento: il denaro.

Il sottotitolo di Capitalocene ci spiega bene il viaggio che andremo ad affrontare nel libro: Appunti da una nuova era. Serengeti, Scozia, Norvegia, Miami, Tokyo, Lavezzi. Una nuova era che dovremo cercare di comprendere e sulla quale, pagina dopo pagina, ci interrogheremo. L’autore cerca di capire come il rapporto tra natura e uomo si evolva e per riuscire a fare ciò affronta diversi viaggi, che lo portano a conoscere luoghi agli antipodi. Dalla Tanzania fino al Giappone, passando per gli Stati Uniti e l’Italia, tutto ci mostrerà lo stesso rapporto, ogni passaggio, ogni viaggio ci aprirà gli occhi e ci spingerà a chiederci: ma allora per chi è stato creato questo ambiente?

A Serengeti, in Tanzania, scopriremo l’equilibrio che per migliaia di anni è esistito tra uomini, leoni e zebre. Un rapporto che si incrina però con l’arrivo di un nuovo fattore: il denaro. La vendita di costosi permessi di caccia innescherà un lungo processo che porterà infine alla rottura dell’equilibrio e alla sconfitta di entrambe le parti, animali e masai che vivevano nella zona.
Il complesso rapporto che si sviluppa tra natura e uomo ci conduce per tutta la narrazione, mostrandoci come, il denaro in tutti questi viaggi abbia modificato i rapporti, sbilanciandoli e potando infine alla sconfitta di tutti. Così passeggiamo tra i ruderi delle chiese scozzesi, uniche superstiti degli agglomerati di villaggi del XVII, luoghi in cui vivevano linci e agricoltori. In queste zone la tranquillità tra le due specie si è dissolta con l’arrivo di pochi ricchi e con la creazione del latifondo, che cacciò da queste terre sia i contadini che le linci.
Il viaggio di Capitalocene continua tra le varie contraddizioni dei paesi visitati che ci mostrano un mondo creato dall’uomo, ma non adatto per l’uomo, con paradossi che portano ad avere un luogo non adatto al ricco, ma neanche al povero.

L’esempio più lampante di un mondo diviso, a mio avviso, lo abbiamo a Miami, dove Valpreda ci racconta del suo appartamento che diventa un vero e proprio confine tra due mondi. Il mondo che vede l’autore dalla finestra della cucina è quello in cui procioni e senza tetto competono per un ricco bottino: il cassonetto dell’immondizia. Dalla finestra del soggiorno la visuale invece è su un altro ecosistema in cui le persone, stese a bordo piscina, discorrono e si rilassano, incuranti e forse ignare di cosa avvenga oltre le mura di quel palazzo.
L’uomo in sostanza ha creato un mondo in cui convivono due ecosistemi differenti, due ecosistemi che non entravano in contatto tra di loro e in cui la dicotomia denaro/natura è molto marcata, ma non risolve la domanda di base con cui l’autore ha aperto il suo volume.

Ogni viaggio porta un piccolo tassello alla narrazione, ma soprattutto spinge il lettore a porsi delle domande e a cercare di capire per quale ragione il denaro, da semplice strumento, abbia poi assunto un valore simbolico, carico di contraddizioni. Proprio per questo suo forte valore simbolico Valpreda ha deciso di titolare il suo volume Capitalocene un termine coniato dal sociologo inglese Jason W.Moore per spiegare l’epoca in cui viviamo non governata più da semplici parametri biologici, ma economici. Il rapporto tra uomo e natura non è quindi più a due fattori, come in passato, ma entra in gioco un terzo elemento, un elemento che modifica sempre i complessi equilibri che si sono creati e che nelle storie che ci vengono raccontate in questo volume porta sempre alla sconfitta di entrambe le parti.

Valpreda, attraverso concetti che possono sembrare semplici, ma che in verità nascondono molteplici sfaccettature, ci porta a riflettere e a domandarci: per chi è stato creato questo mondo? Ciascuno darà una risposta propria, ma tutti rimarranno segnati da questo excursus che spinge a riflettere e a interrogarsi su un mondo che spesso non riusciamo proprio a capire.