Genova-Buenos Aires, sola andata. Il viaggio della famiglia Bergoglio in Argentina e altre storie di emigrazione
- Autore: Massimo Minella (a cura)
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Anno di pubblicazione: 2016
Il catalogo Genova-Buenos Aires, sola andata. Il Viaggio della famiglia Bergoglio in Argentina e altre storie di emigrazione (De Ferrari Editore, 2016, pp. 92, 14 euro) accompagna l’omonima mostra romana che si sta svolgendo presso la sede della IILA - Organizzazione internazionale italo-latino americana. Infatti l’esposizione itinerante, curata da Massimo Minella (dopo la Lanterna di Genova è andata al Museo Diocesano di Asti, nel Palazzo Mostra di Acqui Terme), è presentata dalla IILA insieme con l’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia.
La mostra fotografica racconta una storia di mare, di quelle che ripercorrono sul filo della memoria le tappe più significative nella storia di un Paese. E se il Paese in questione è l’Italia, allora il mare non può non esserne il protagonista. Da Asti la famiglia Bergoglio raggiunse il porto di Genova, nel febbraio del 1929, e partì alla volta dell’Argentina in cerca di una nuova occasione di vita e di lavoro. Il viaggio dei Bergoglio (Mario, padre di Papa Francesco e i nonni paterni Giovanni e Rosa) è il filo conduttore di questa mostra e del libro-catalogo a essa collegato, con prefazione di Massimo Giletti, ricco di contributi forniti dai più importanti centri di documentazione italiani e argentini.
L’esposizione, inaugurata lo scorso 21 aprile alla presenza del Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Argentina Susana Malcorra, è un invito a non dimenticare di quando anche gli italiani sono stati “migranti” in cerca di fortuna in terre lontane, desiderosi di riscatto, alla ricerca di una nuova occasione, in fuga dalla disperazione. Ognuno, dalla seconda metà dell’Ottocento fino alla prima metà del secolo successivo, aveva un motivo sufficiente per lasciare l’Italia. Molti sono tornati, moltissimi hanno sfruttato quel viaggio verso “la Merica” soltanto nella tratta di andata. Come appunto la famiglia Bergoglio che da Asti si trasferì in Argentina e non fece più ritorno.
La mostra si sviluppa per “isole” tematiche attorno a questa lunga e spesso sofferta storia di emigrazione, dai primi tentativi d’inizio Ottocento fino ai viaggi di massa degli emigranti durante il regime fascista. Ogni “isola” una storia da raccontare e da approfondire, conosciuta o cancellata dalla memoria collettiva. Il viaggio viene raccontato in ogni minimo dettaglio, dall’arrivo alla Stazione Marittima alla sala d’imbarco fino alla navigazione. Ma la storia della famiglia Bergoglio diventa anche il paradigma di un Paese che cerca altrove il suo riscatto e che trova, spesso ma non sempre, risposte dall’Argentina. “Un viaggio nella storia che ancora ci sorprende e ci spinge a indagare sul nostro passato, trovando chiavi di lettura utili a leggere il nostro futuro”, scrive nel catalogo Massimo Minella, curatore della mostra, originario di Voghera, che vive a Genova dalla metà degli anni Ottanta. Caposervizio de “la Repubblica” e responsabile delle pagine economico- marittime dell’edizione ligure del quotidiano, Minella, il quale nel 2014 ha vinto il premio “Mare Nostrum Awards” per un reportage sul Mediterraneo e nel 2016 il premio Marincovich Cultura del Mare per il suo libro “Storie di navi e principesse che non fecero ritorno, è autore di numerose pubblicazioni di narrativa per l’infanzia e di argomento storico-economico.
L’esposizione itinerante si compone di 26 pannelli ricchi d’immagini ma anche di parole e di grafici. In oltre un secolo di emigrazione sono stati quasi tre milioni i conterranei che hanno raggiunto l’Argentina, con il timore dell’ignoto e la speranza di un destino diverso, nel cuore.
“Sogno un’Europa in cui essere migrante non sia un delitto”.
La frase del Santo Padre campeggia in uno dei pannelli iniziali del percorso espositivo che riassume “La Merica” degli emigranti: l’Argentina fra sogno e realtà. Nelle valigie di chi parte ci sono quasi sempre manuali, guide, opuscoletti ricchi di raccomandazioni, suggerimenti, informazioni ma anche fotografie e parole confortanti. La famiglia Bergoglio, composta da Giovanni e Rosa Vassallo e dal loro figlio Mario, futuro padre di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, il 1° febbraio del 1929 partì dal porto di Genova sul piroscafo “Giulio Cesare”, destinazione Argentina.
I Bergoglio arrivarono a Buenos Aires dopo quindici giorni di navigazione. Il 15 febbraio la nave attraccò in porto, alla banchina della Darsena nord. Nei documenti di sbarco consultabili presso il Centro di Estudios Migratorios Latinoamericanos di Buenos Aires, i Bergoglio “migrantes ultramar”, vengono indicati come originari di Alessandria. La “profesion” di Mario, 21 anni, è “contador” (contabile), quella del padre Giovanni è “comercio”(commerciante), quella della madre Rosa è “casera” (casalinga). I Bergoglio raggiungono i loro familiari a Paranà, prima tappa di un viaggio che qualche anno più tardi li avrebbe condotti nella capitale. Tutto aveva avuto inizio nel 1884 quando in una cascina al Bricco Marmorito della Valleversa nel comune di Asti, ai confini con Portacomaro, nacque da Francesco e da Maria Teresa Bugnano, Giovanni, nonno paterno del Pontefice argentino. La famiglia Bergoglio lavorava la terra ma a Giovanni, detto Albino, sposatosi con Rosa Vassallo, nel 1908 nacque Mario, questo lavoro stava stretto. Bergoglio aprì un negozio di generi alimentari mentre i fratelli cominciarono a lasciare il suolo natio emigrando in Argentina dove aprirono un’azienda di pavimentazione a Paranà. Nel 1927 il nonno di Papa Francesco decise di seguirli ma per imbarcarsi servivano soldi, quindi occorse vendere i terreni di famiglia. Giovanni aveva già scelto la nave con la quale salpare, la “Principessa Mafalda”, ma i terreni non trovavano un acquirente. A malincuore la famiglia Bergoglio fu costretta a rimandare la traversata, ma quella mancata vendita salvò la vita a tutti e tre: il 25 ottobre del ’25, a un’ottantina di miglia dalla costa brasiliana, dopo aver perso l’elica e di conseguenza l’asse che la sorreggeva proseguì il suo movimento all’indietro aprendo uno squarcio nella fiancata, la nave affondò. I morti ufficiali furono 314, ma la stampa sudamericana parlò di 500/600 morti contando anche i clandestini. Un anno e mezzo dopo questa tragedia del mare, i Bergoglio venduti i terreni, finalmente partirono per l’Argentina. Rosa Bergoglio compì la traversata indossando un cappotto con cuciti all’interno i soldi della vendita dei terreni di famiglia. Arrivati a Paranà abitarono a Palacio Bergoglio, un edificio di quattro piani dotato di ascensore dove vivevano i tre fratelli Bergoglio. La crisi del ’29 fece chiudere l’attività, quindi la famiglia di Giovanni si spostò a Buenos Aires dove nel 1935 Mario conobbe e sposò Regina Maria Sivori, nata in Argentina da una famiglia di origini liguri e piemontesi. Gli sposi (presente in uno dei pannelli della mostra una foto del matrimonio), lui lavorava per le ferrovie argentine, abitarono a Boca, il quartiere “genovese” di Buenos Aires. Il 17 dicembre 1936 nacque il loro primogenito, Jorge Mario, il quale il 13 marzo del 2013 sarà eletto con il nome di Francesco 266° Papa della Chiesa Cattolica.
- Genova-Buenos Aires, sola andata. Il Viaggio della famiglia Bergoglio in Argentina e altre storie di emigrazione
- 21 aprile - 19 maggio 2017
- IILA - Organizzazione internazionale italo-latino americana
- Via Giovanni Paisiello 24
- 00198 - Roma
- Orario: dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 17.30; venerdì dalle 9 alle 14. Ingresso gratuito
- Per ulteriori informazioni Segreteria Culturale IILA - e-mail: s.culturale@iila.org
- tel: +39 0668492.225/246 - fax +39 066872834
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