Cesare
- Autore: Elio D’Anna
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Anno di pubblicazione: 2016
Cesare di Elio D’Anna è un piccolo libro dedicato ad un immenso personaggio della Storia che si sofferma sui suoi aspetti caratteriali e comportamentali che influirono sia sulla sua vita pubblica che su quella privata. Molti gli storici che hanno dedicato le loro pagine di ricerca e di approfondimento a Gaio Giulio Cesare, tra i più importanti Plutarco e Svetonio, ma in questo breve ma intenso saggio è stato interesse prioritario dell’autore indagare soprattutto tra le pieghe della sua vita privata raccontandoci aneddoti e curiosità meno conosciute. E’ importante rilevare come Cesare nel suo cursus honorum abbia raggiunto il vertice delle cariche pubbliche, senza esercitare alcuna particolare pressione ma nel rispetto dei passaggi istituzionali. Quei sessanta senatori videro in quell’uomo un pericolo per Roma, per i suoi atteggiamenti e per il suo modo di farsi benvolere dalle masse popolari.
Vengono particolarmente descritti con una prosa fluida e piacevole episodi che mostrano la sua indole, come quando venne preso prigioniero da pirati che chiesero un riscatto per restituirgli la libertà chiedendo una modesta cifra di soli venti talenti, mentre Cesare ne offrì cinquanta intrattenendosi familiarmente con suoi sequestratori. Questo suo fare giocoso e scherzoso celava un recondito desiderio di vendetta poiché, reso libero, fu sua premura fare impiccare i suoi sequestratori. L’Autore si sofferma come detto più sugli aspetti personali e psicologici dell’uomo Cesare che voleva essere chiamato dal popolo con il suo nome rifuggendo da qualunque altro appellativo relativo alle cariche pubbliche ricoperte. Prima di valicare il Rubicone e pronunciare quella fatidica frase “Alea iacta est”, sognò un rapporto incestuoso con la madre che per lui era Roma che bramava di possedere. Invero la vita sessuale di Cesare presenta delle contraddizioni e vi sono episodi particolari in quanto pare che in età giovanile si sia prostituito con il re di Nicodemia. E pure incerta appare essere stata la sua salute, per una presunta epilessia con frequenti crisi, ma simili patologie forse erano endemiche in quell’epoca. Si arriva poi al 15 marzo del 44 a.C., le Idi di Marzo, quando per mano di sessanta senatori che mal sopportavano le sue ambizioni Caio Giulio Cesare venne assassinato. Invero un numero di sessanta avversari politici, rispetto a quanti erano allora i componenti del Senato, non appare considerevole ma quello che sorprende ancor più è l’assenza da parte dei cospiratori di un progetto alternativo dopo la sua morte sebbene si trattasse di gente di grande levatura tra cui il grande Marco Tullio Cicerone. Questa insensatezza nel mettere in atto un così grave ed efferato delitto è stato ancor più sottolineato da Dante Alighieri nella Divina Commedia ove Bruto e Cassio insieme a Giuda sono collocati nel IX cerchio dell’Inferno, la Giudecca, luogo ove sono collocati i traditori dei loro benefattori (cfr.Inferno, canto XXIV). Bruto e Cassio sono considerati infatti da Dante traditori dell’Impero, mentre Giuda della Chiesa. L’autentico motivo dell’assassinio fu l’insofferenza di questi suoi avversari politici conservatori contro la persona di Cesare il cui programma politico ai giorni nostri potrebbe definirsi peraltro moderato, termine che desta però sempre inquietudine.
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