Natività. Madre e Figlio nell’arte
- Autore: Vittorio Sgarbi
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2024
Natività. Madre e Figlio nell’arte (La Nave di Teseo, 2024) di Vittorio Sgarbi è il nuovo libro del critico e storico dell’arte, professore ordinario di Storia dell’arte, accademico di San Luca, che ha curato mostre in Italia e all’estero. L’autore è anche prosindaco di Urbino, presidente del MART di Rovereto, presidente della Fondazione Canova di Possagno, presidente di Ferrara Arte, commissario per le arti di Codogno, presidente del MAG – Museo dell’Alto Garda - e presidente della Fondazione Cavallini Sgarbi, che conserva le sue opere.
Nella storia dell’arte non c’è immagine più bella e toccante della Madonna che tiene in braccio suo Figlio, Gesù Bambino. Davanti a questa immagine ci si commuove, tale è il legame di tenerezza e di amore che traspare. Nella storia dell’arte, un’infinità di soggetti rappresenta il tema della madre con il figlio: la Maternità o Natività.
Infatti, l’icona più rappresentata, e oggetto di sconfinata devozione, è la Madonna con il Bambino. La Natività, sia come descrizione sia come adorazione della nascita di Cristo, è il principio di tutto. La sua sintesi è nell’immagine della Madre che tiene in braccio il Bambino. Tutto quello che noi vediamo è una mamma con il figlio: ne apprezziamo la quantità e la varietà degli stili di maestri sommi e di artisti minori.
La religione cristiana non mostra il potere di Dio ma la semplicità degli affetti tra la Madre e il Bambino, in Giotto come in Pietro Lorenzetti, come in Vitale da Bologna, come in Giovanni Bellini, come in Bronzino, come in Caravaggio.
Il soggetto è semplicemente la vita, e la maternità è la più umana delle condizioni, che nella Natività diventa un fatto religioso e determina il destino di quel bambino e dell’umanità che trova la sua salvezza in quel neonato. Maria, nell’atto della maternità, non è una maestà lontana, in trono, che tiene in braccio un bambino che è già divino; è semplicemente, nella maggior parte delle rappresentazioni, una mamma con il figlio. Per questo la maternità di Maria non è un tema religioso ma un tema umano. Ed è qui la forza del Cristianesimo: la nostra religione coincide con la vita, si sovrappone alla vita fin dalle sue origini.
Le Madonne con il Bambino di Giotto, Raffaello, Bellini non impongono necessariamente un rapporto di devozione religiosa, ma stimolano un immediato riconoscimento, un rispecchiamento nel nome della vita. Questo tema fondamentale per la storia dell’arte è preceduto da un momento fondamentale in cui il Bambino è ancora implicito, la Concezione. Una delle più celebri immagini è quella di Piero della Francesca, la “Madonna del Parto” a Monterchi, un piccolo paese poco lontano dal luogo dove è nato, Borgo Sansepolcro. E lì vediamo una ragazza con un’aria semplice e insieme spavalda, sicura di sé, un po’ di tre quarti per far vedere che ha la pancia rigonfia, mentre con la mano indica quello che sente dentro. L’Annunciazione è il momento germinale di quella nascita, ma la singolarità del dipinto di Piero della Francesca è quella di far vedere il passare dei mesi nella crescita del volume della pancia: quella madre è una madre che è accomunata a tutte le madri di ogni tempo. Altro non è che la celebrazione dell’atto più naturale della vita.
Nel volume riccamente illustrato, dedicato ai genitori Giuseppe Sgarbi e Rina Cavallini, l’autore mostra una Natività umanissima:
La Natività è il principio di tutto. La sua sintesi è nella immagine della Madre che tiene in braccio il Bambino: essa non mostra il potere di Dio ma la semplicità degli affetti, in Giotto come in Pietro Lorenzetti, come in Vitale da Bologna, come in Giovanni Bellini, come in Bronzino, come in Caravaggio. Maria nell’atto della maternità non è una maestà lontana, in trono, che tiene in braccio un bambino che è già divino: è semplicemente, nella maggior parte delle rappresentazioni, una mamma con il figlio. Per questo la maternità di Maria non è un tema religioso ma un tema umano. Il soggetto è semplicemente la vita.
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