Che cos’è l’estetica quotidiana
- Autore: Elisabetta Di Stefano
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Carocci
- Anno di pubblicazione: 2018
L’estetica è la branca filosofica più prossima agli ambiti dell’arte (intrinseca ai concetti di bello, sublime, creatività, per esempio). Sembra una forzatura convogliarne le pertinenze alle sfere del quotidiano, immiserito per sua stessa accezione nella transitorietà. Parlare di estetica quotidiana sembra dunque una contraddizione in termini. Un “ossimoro”, per dirla con le parole di Elisabetta Di Stefano. autrice per Carocci di “Che cos’è l’estetica quotidiana” (2018), un saggio che ne (rin)traccia invece le coordinate.
“(…) la cultura filosofica europea tra Ottocento e Novecento coglie nella ripetitività la caratteristica saliente ed eponima della quotidianità e la eleva a fulcro delle argomentazioni volte a conferire fondamento filosofico a una materia tradizionalmente relegata nella sfera dell’irrilevante”(. 63).
La Everyday Aesthetics getta le sue basi, comincia così. Gli ambiti comunissimi del corpo, del cibo, degli oggetti di design, dello sport, dell’ambiente, possono (devono?) essere soggetti a vaglio estetico: un modo molto efficace per “interpretare il reale estetizzato” (ancora Elisabetta Di Stefano). Fermo restando che persino il brutto e/o il volgare estetici possiedono una loro ermeneutica (basti pensare ai manifesti ideologici del trash, del kitsch, o del camp), secondo Yves Michaud
“oggi il mondo è straordinariamente bello. Sono belli i prodotti confezionati, i vestiti di marca con i loro loghi stilizzati, i corpi palestrati, ricostruiti e ringiovaniti dalla chirurgia plastica, i visi truccati, le rughe stirate, i piercing e i tatuaggi, l’ambiente naturale protetto, gli interni arredati con le creazioni del design (…) le pietanze con le decorazioni artistiche, o più semplicemente confezionate nei supermarket con buste colorate” (p. 89).
De gustibus. Ma attenti a saltare alle conclusioni. L’intento di Elisabetta Di Stefano è tutt’altro che avalutativo. L’estetica quotidiana cui il suo saggio si richiama, veicola infatti un concetto di bellezza non superficiale; meno che mai votata al consumo per il consumo. Si tratta piuttosto di una bellezza diogeniana, di una chiave di volta. Uno strumento teorico attraverso cui acquisire lucidità, consapevolezza piena di noi stessi, degli altri, del mondo in cui siamo chiamati a spenderci, assediati dalle sirene del vacuo e del niente.
Che cos'è l'estetica quotidiana
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