Cielo rosso al mattino
- Autore: Paul Lynch
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2017
Paul Lynch, nato a Limerick nel Donegal, quarantenne, critico cinematografico del Sunday Times vive a Dublino, e con il Cielo rosso al mattino ha esordito come romanziere. Un vero e proprio caso letterario dello scorso anno che ha entusiasmato dapprima la critica statunitense, poi acclamato dagli scrittori irlandesi Edna O’Brien, Colum McCann, e in breve tempo è divenuto celebre ovunque nel mondo.
Un romanzo, a detta della critica, tra il lirismo sconvolgente di Cormac Mc-Carthy e la poetica di Seamus Heaney. È una lettura che affascina per il suo sorprendente talento per la scrittura, per il testo di dolore e rabbia, e per le analogie, povertà ed emigrazione, con la drammaticità dei nostri tempi, ha sostenuto l’autore in un’intervista, nei quali una crisi economica così durevole ha generato l’immigrazione da Paesi che conoscevano il benessere.
Irlanda 1832, pochi anni prima della Grande Carestia, Coll Coyle è pieno di collera e da giorni non riposa. È a letto con accanto la moglie che attende il loro secondo figlio e la piccola figlia rannicchiata accanto. La luce fioca che entra dalla finestra fa intravedere il giorno che sta per schiudersi. Le ombre sui muri si sono ritirate ma il dolore di Coyle non si è placato. A Inishowen quella mattina il cielo sembrava essersi colorato di rosso.
Vive nella casa che fu di suo padre Seamus; un contadino che aveva lavorato la terra per tutta la vita, era morto per il suo lavoro. Aveva costruito la loro casa alzando i muri e tagliando le zolle di terra per fare il tetto. Coyle lavora la stessa terra, ha sempre vissuto lì e mai avrebbe lasciato quei luoghi. Il giovane Hamilton, il figlio capriccioso del proprietario delle terre, vuole che vada via con tutta la sua famiglia. Lo ha cacciato senza una ragione accettabile. Coyle, in preda alla disperazione e alla rabbia più nera, lo affronterà. Un incidente e avrà inizio la sua vita di fuggiasco.
Il mondo vacillò intorno a Coyle, che provò a mantenersi in equilibrio…gli alberi si fecero da parte e il terreno discese verso Drumlish…Ciascuno dei suoi passi segnò un istante che parve dilatarsi come se fosse un’eternità, all’interno della quale si sentì morire.
Gli uomini di Halmiton sono sulle sue tracce: John Faller, il factotum che li guida, con il volto coperto dal cappello lo avrebbe braccato come un animale, perché era come se conoscesse l’odore del suo sangue. Un uomo malvagio, spietato. La sua arma aveva canne lucide e all’estremità del manico vi era la testa di una creatura mitologica con le zanne. Coyle aveva i piedi doloranti, si teneva alla larga dalle strade e attraverso boschi e radure fuggiva il più lontano possibile. Continuava a vagabondare senza sapere dove stesse andando, sentiva l’odore attraverso i campi della torba che bruciava nei camini delle case e i suoi pensieri erano rivolti alla moglie e al figlio che non avrebbe mai visto. La pioggia che lava i vestiti degli uomini, la terra che viene calpestata e il rumore delle sterpaglie, il fango che entra nelle scarpe, le ossa nella terra, l’incudine di una nube, il mormorio dell’acqua del fiume, la legna che schioppetta nella stufa, il mare come una lastra di ardesia, sono solo alcune delle tante immagini visive di questo bellissimo e visionario romanzo, scritto e narrato come la sceneggiatura di un film.
Coyle in seguito a pochi passi di distanza dall’aguzzino Faller sbarcherà negli Stati Uniti e a questo punto la storia si trasformerà in un coinvolgente thriller, ricco di colpi di scena e una tesissima suspense. Con l’amico Cutter conosciuto durante la traversata, si affiderà a Duffy a New York, che cercava gli uomini di Erin, soli e forti, per assumerli come operai nel cantiere della ferrovia, un’opera grandiosa che si stava realizzando.
Coyle conoscerà la fatica del lavoro, quella che uccide uomini, ragazzi, nel pieno dei loro anni. Scavare massi di pietre a mani nude dall’alba alla sera e con poco cibo e sbronzi di whiskey andare a dormire sotto tende sporche e malsane.
L’autore ha voluto ricordare una pagina tragica e dolorosa della storia irlandese, il massacro del Duffy’s Cut. Decine e decine di operai irlandesi immigrati negli Stati Uniti furono uccisi e gettati in una fossa comune in un cantiere della ferrovia di Philadelphia. Le cure mediche a seguito di un’epidemia di colera vennero loro negate per odio razziale contro i cattolici irlandesi.
Storia e romanzo, suggestioni e riflessioni, tensione e ricordi, un connubio felice per una lettura sorprendente dal ritmo incalzante.
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