Come una notte a Bali di Gianluca Gotto

La trama di Come una notte a Bali di Gianluca Gotto (Mondadori, 2020) è un canto d’amore: un canto d’amore per la propria essenza, per il creato e per il proprio benessere.
Non ero a conoscenza e non avevo mai sfogliato le opere di Gianluca Gotto; consigliato da una persona ricca di sensibilità e dotata di delicatezza, ho avuto il piacere di leggere il libro Come una notte a Bali e fin dalle prime pagine ho provato diletto nel leggerlo.
Il racconto mi è parso scritto in modo scorrevole e allettante, la trama stimola la mente a nuovi e più ampi orizzonti di vita.
Mi ha catturato moltissimo e ho potuto pertanto soffermare la riflessione su alcune questioni fondamentali: l’infelicità di vivere una vita caratterizzata dalla noia, il legame affettivo privo di amore, la felicità inseguita e raggiunta nelle aspettative imposte dall’ambiente reale e l’ostacolo di prendere la decisione che porta con fatica una trasformazione, un cambiamento. Un “balzo nell’ignoto”.
Cosa avviene in seguito?

Dopo aver toccato l’amarezza, l’insoddisfazione e intravisto la speranza, il romanzo porta il lettore a immaginare il finale del racconto, epilogo in cui la felicità si trasforma. Da sogno può diventare realtà.
Tuttavia, Gianluca Gotto ci regala la sua conclusione, che probabilmente alcuni lettori troveranno piacevole, ma c’è chi potrebbe interpretarla in modo diverso.
Dal mio punto di vista, l’autore ci fa scoprire una realtà: non si deve andare a cercare le cose, ma si deve attendere che si manifestino e bisogna essere pronti a riceverle, così come ha fatto il protagonista del racconto.
In ultima analisi, le cose si devono accogliere con prontezza.