Come vetro contro vento di Barbara Brugnatti

Ginevra ha aperto la porta di casa, ha con sé le buste della spesa. Stasera lei e David hanno a cena amici e qualche parente più stretto. Sarà per Ginevra il momento giusto per annunciare il suo piccolo segreto: aspetta un figlio. Lei e David sono giovani e perdutamente innamorati. Lui fa lo chef e lei, che ha studiato architettura, si occupa di design. David è rientrato, è in casa e nel momento in cui Ginevra lo guarda intensamente “riconoscendogli ancora una bellezza invariata”, la mette al corrente di essere gravemente malato, ha un cancro. Ginevra è inghiottita all’istante da un vuoto, preda di un forte dolore che si propaga per tutto il corpo, un dolore tagliente come se una lama fosse stata infilata nel suo addome. Una discesa veloce all’inferno, non riesce ad urlare. Non può lasciarsi andare come vorrebbe, abbandonarsi al dolore, chiudere gli occhi e non muoversi più, non respirare più. Non può farlo, Ginevra non è più sola, è in due.

“Nulla, interminabili attimi agghiaccianti e silenziosi. È quando sto pensando a questo che il tuo respiro è esattamente a pochi millimetri da me, il tuo mi sposta e ricompone i miei capelli. Se solo sapessi quello a cui sto pensando, non m’importa della malattia, di quello che faremo, di come non ci darai, di te che mi lasci. Voglio tornare indietro stasera, voglio Dave e Gin, li rivoglio pazzi e innamorati”.

Quella notte si ameranno intensamente, si abbandoneranno l’una nell’altro. I loro baci sembreranno essere i primi di una seconda vita e gli ultimi della prima. Baci d’addio che si riconoscono dal sapore fragrante e dolce che tiene in vita, e dalle lacrime che scendono sul viso.

“Quella sera è stata la prima volta che ho dovuto fare i conti con la tua assenza e con la tua eterna presenza nel mio utero”.

Una storia intima, dolorosa e molto coinvolgente è descritta in “Come vetro contro vento”. Confesso che ho riposto la lettura del libro un paio di volte, alternandola ad altre. Pensieri, memorie. Una tempesta di emozioni capace di rimettere insieme i pezzi di una vita che appartengono ad ognuno di noi e che riporta alla luce ricordi sopiti di esperienze mai dimenticate. Una storia d’amore, narrata in prima persona, che racconta il dolore e la disperazione con l’anima, con la pelle, con il sesso, con il sudore. Momenti commoventi e drammatici saranno vissuti dai protagonisti: la rabbia urlata da Ginevra contro Dio invocando un miracolo, il suo impeto di forza, contro David che sta per lasciarla per sempre, farà da contrappeso alle parole di lui: “io non ho colpa”.

“Dove è andato a finire tutto quello che mi merito? Tu, che sei una delle cose che merito, dove sei andato a finire?... Io, te e l’amore. Dove se n’è andato adesso? Dove te lo sei portato adesso l’amore che mi spetta, che mi hai promesso, quello con cui mi hai fregato, quello con cui mi tocca fare i conti ora che restiamo solo io e tuo figlio”.

La malattia di David l’accompagnerà a fare i conti con il passato restituendole il ruolo di figlia, risanando il legame d’amore e odio con la madre; ricorderà il padre, quello vero, e le lettere che le aveva scritto prima di morire. Dovrà fare i conti con la mancanza dell’uomo che ama, “con l’amore che non basta e non guarisce”. L’angoscia che si farà immanente, il senso del nulla che diverrà paura. “Un vetro in mezzo al vento finisce per essere frantumato”, Ginevra vivrà tutte le fragilità di una donna innamorata e sola, e nutrirà il disperato abbandono,“ seduta sulla panchina del suo destino”, accanto a David e alla loro storia d’amore.

Barbara Brugnatti, modenese, ama la scrittura e la fotografia. Nel 2009 ha pubblicato la silloge poetica “Il Regno dei Sensi” e nel 2015 “Romanzo d’Amore Malato”, libro vincitore del Premio Letterario Borgo delle Camelie e degli Artisti 2015 dal quale ha tratto la riduzione teatrale che ha debuttato a Modena lo scorso anno.